FIRENZE — Un’enorme distesa di pesci morti. Spigole, orate, cefali, ma anche anguille, che genericamente sono più coriacee. Con il mare che in certi punti diventa rosso per il sangue. È l’inquietante e macabro spettacolo di questi giorni visibile alla laguna di Orbetello, in provincia di Grosseto. Un’immagine che colpisce gli occhi di chi ci si trova davanti, ma anche il naso per l’odore nauseabondo che si va diffondendo nella zona. «È una situazione dovuta — spiega il sindaco di Orbetello, Andrea Casamenti che ha attivato le misure precauzionali previste in caso di allerta — al cambiamento del vento e all’aumento delle temperature esterne e di conseguenza di quelle dell’acqua». Una situazione che in questi giorni, visto il grande caldo, è andata aggravandosi, con i pesci che muoiono per anossia, per mancanza di ossigeno favorito dalla proliferazione delle alghe. Una situazione che si era già verificata nel 2015 per le stesse cause e per cui andarono persi oltre 200mila chili di pesce. Con problemi che però si verificano ogni estate.
«Nelle ultime ore abbiamo raccolto 20 sacche di pesce allo sgrigliatore di Ansedonia — aggiunge Casamenti — corrispondono a circa 100 quintali. Più che le temperature, alte ma non eccessive, quello che comporta maggiori problemi è il vento: il maestrale ci favorisce se convoglia i pesci verso lo sgrigliatore. Stamani (ieri, ndr ) però abbiamo avuto un nuovo cambiamento del vento che ha spinto la corrente e il pesce morto è arrivato lungo la costa della Laguna di levante, sulle passeggiate di Orbetello e Neghelli. È stato immediatamente attivato il servizio di raccolta e smaltimento». Giovedì il sindaco ha convocato il Centro operativo comunale, ieri una riunione del Comitato tecnico scientifico che monitora la laguna. «Al momento non c’è nessun impatto negativosul turismo. Ma servono interventi strutturali» prosegue Casamenti. Interventi che però costano milioni. Da qui un appello al governo: «Solo con l’istituzione del Parco ambientale della laguna, gestito da un consorzio, con un amministratore di nomina ministeriale, avremo la possibilità di fare interventi e di poterli programmare stabilmente negli anni».
Il Consorzio, ma anche altri tipi di interventi: «Ripulire i canali e abbassare il fondale, dove ci sono le alghe che devono essere rimosse, ma sono importanti anche la movimentazione dell’acqua e una corretta gestione dei canali per consentire il costante scambio tra laguna e mare» è la ricetta di Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente.
Una situazione che allarma ovviamente anche i pescatori: «Nella laguna — denuncia Andrea Bartoli, vicepresidente di Fedagripesca Toscana — c’è una cooperativa di pescatori che vive ed è colpita direttamente da questa strage di pesci, la terza negli ultimi 10 anni. Una tragedia annunciata ormai da tempo, dove il surriscaldamento delle acque lagunari e l’anossia provocata dall’alga valonia stanno spazzando via tutto il pesce».