Dopo il caos dei giorni scorsi, causato dalla riorganizzazione degli istituti secondo la riforma del predecessore Gennaro Sangiuliano, ma anche dalla sua decisione di non rinnovare il mandato ad alcuni dei direttori scelti da Dario Franceschini, il ministro della Cultura Alessandro Giuli (nella foto) ha comunicato i nomi di chi prenderà l’interim degli incarichi, che poi verranno assegnati con un bando internazionale. Prima ha sistemato il Museo Nazionale Romano, il vero casus belli,salito agli onori della cronaca per il mancato rinnovo della carica al francese Stéphane Verger e perché indica in realtà una rete di istituzioni riunite sotto questo nome (Crypta Balbi, Palazzo Altemps, Museo Massimo, Terme di Diocleziano). L’interim è stato affidato a Edith Gabrielli, che già guida il Vive (Vittoriano e Palazzo Venezia), anche territorialmente assai prossimo a quel quadrante del centro di Roma che sarà il cuore del progetto Urbs (da 71 milioni di euro) a cui Verger stava già lavorando, prima del licenziamento. Il Mic ha reso note le direzioni a tempo di altri tre musei decapitati: al Palazzo Reale di Napoli va l’architetto Paola Ricciardi, dirigente del Ministero della Cultura; ai Musei nazionali di Matera Filippo Demma, direttore dei Parchi archeologici di Crotone e Sibari e ai Musei nazionali di Bologna Costantino D’Orazio, che assomma la carica a quella che già ricopre l’incarico di direttore dei Musei nazionali di Perugia-Direzione regionale Musei nazionali Umbria.
Fino a quando non si insedieranno i vincitori del bando internazionale, che ancora deve essere pubblicato, ai direttori ad interim toccherà la gestione corrente, ma non solo. Ciascuna di queste istituzioni, come sottolineato da Repubblica nei giorni scorsi, sta gestendo fondi importanti. Non a caso, la comunicazione ufficiale del ministero prova a smorzare le polemiche, sottolineando che gli incaricati dovranno «assicurare l’efficace realizzazione dei progetti in essere o in programmazione, con particolare riferimento a quelli relativi al Pnrr».