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8 Novembre 2024INDUSTRIA
MILANO — Quali sono le intenzioni della Beko Europe, società nata all’inizio dell’anno dall’acquisizione di Whirlpool Europa da parte dell’azienda turca Arçelik, per le sue attività italiane? Ieri si è svolto un primo passaggio importante con un incontro al Mimit tra i vertici dell’azienda europea, il ministro Adolfo Urso e i sindacati, per capire qual è lo stato delle produzioni e quali i passi da compiere per rendere sostenibili i quattro stabilimenti italiani.
La situazione del mercato degli elettrodomestici in Europa non è certo esaltante in questo momento. I volumi di vendita del business di Beko in Europa sono scesi del 51,5% dal 2015 a metà 2024, sempre più erosi dalla concorrenza cinese, nonostante 1,4 miliardi di investimenti cumulati nel periodo. I cinque siti produttivi di Cassinetta Refrigeration e Cassinetta Cooking, Melano (piani cottura egas induzione) Siena (congelatori a pozzetto) e Comunanza (lavatrici e lavasciuga) nel 2023 hanno tutti registrato un utile operativo negativo, tra il meno 3% e il meno 17%, con livelli di saturazione degli impianti al di sotto del 50% (ad eccezione di Cassinetta Refrigeration che è al 74%).
Data questa situazione l’azienda ha però ribadito il proprio impegno a lungo termine verso l’Italia confermando la disponibilità a investire nel Paese in aree considerate strategiche. Quali? «L’Italia diventerà il centro di eccellenza per la cottura a livello globale, inclusa la R&S, e la sede del Global Industrial Design per Beko, con l’ufficio regionale europeo situato in Italia che continuerà a svolgere un ruolo decisionale per le principali funzioni strategiche». Il sito di Carinaro, in provincia di Caserta, sarà poi mantenuto come centro di eccellenza per la distribuzione dei ricambi e le attività di ricondizionamento degli elettrodomestici. Ma a preoccupare i sindacati è l’affermazione che «l’attuale presenza nei settori del lavaggio e della refrigerazione sarà ulteriormente valutata per evitare altre perdite di cassa». Si teme che questo sia un modo per anticipare le chiusure delle filiere del lavaggio e della refrigerazione negli stabilimenti di Comunanza (Ascoli Piceno, 332 dipendenti), Siena (300 dipendenti) e Cassinetta (Varese, 2087 dipendenti). Tuttavia non sembra che Beko Europe voglia fare salti nel vuoto, la situazione sarà valutata insieme alle sigle sindacali e al governo. Da parte sua Urso e il sottosegretario Fausta Bergamotto, «hanno invitato l’azienda a presentare a breve un piano industriale che preveda maggiori investimenti in Italia, anche usando gli strumenti che il governo e le regioni mettono a disposizione». Dunque le parti si rivedranno intorno al 20 novembre ma già nei prossimi giorni dovrebbero iniziare i colloqui.