di Antonello Guerrera
LONDRA — I nemici di Justin Welby, e ne aveva tanti dentro e fuori la Chiesa d’Inghilterra, lo hanno sempre accusato di parlare troppo. Soprattutto i politici conservatori, come quando il religioso 68enne, per loro “woke” e di sinistra, criticava aspramente in pubblico le leggi anti migranti o le deportazioni in Ruanda. Ma ieri, l’arcivescovo di Canterbury e leader della Church of England dopo il sovrano re Carlo, si è clamorosamente dimesso per il motivo opposto: non ha parlato, e tantomeno agito, dopo un agghiacciante report su un suo amico, John Smyth. Colui che ora detiene uno spaventoso record nella storia della Chiesa anglicana: aver abusato e violentato più minorenni di tutti.
Insomma, un pedofilo, oltre che un sadico mostro. Che tuttavia, prima di morire nel 2018 a 75 anni in Sudafrica, in vita non è stato nemmeno sfiorato da un’incriminazione. Eppure Smyth, legale coinvolto nell’organizzazione di numerosi campi estivi per giovani nell’ambito della Chiesa d’Inghilterra, ha commesso ogni atrocità, come svelato da un documentario diChannel 4nel 2017: ossia aver abusato sessualmente e fisicamente di un centinaio di bambini e ragazzi maschi tra gli anni Settanta e Ottanta nell’inglese Dorset. Smyth si sarebbe poi trasferito in Africa, una quindicina di anni fa, dove avrebbe tormentato un altro centinaiodi bambini. Prima della suamorte.
Smyth pretendeva masturbazione, vari atti sessuali dalle sue vittime e soprattutto praticava brutali punizioni corporali su di loro. Secondo le testimonianze, avrebbe inflitto un totale di circa 14mila frustate a otto bambini e ragazzini sue vittime nel corso degli anni. Mentre altri due hanno assicurato di aver subito circa 8mila percosse dall’uomo. La prima denuncia degli orrendi abusi è arrivata alla polizia britannica solo nel 2013. Ma intanto Smyth era già riparato in Zimbabwe, per poi trasferirsi in Sudafrica, dove ha continuato indisturbato le sue aberrazioni. Allora, in risposta allo scoop del documentario, Welby dichiarò: «Se avessi saputo di uno scandalo di queste proporzioni, mi sarei certamente attivato».
Ma un’ultima inchiesta indipendente, guidata dall’avvocato Keith Makin, ha cambiato il corso di questa storiaccia. E pure il destino di Welby, primo arcivescovo di Canterbury a dimettersi per uno scandalo simile. “La Chiesa di Inghilterra”, sentenzia il report, “sapeva delle malefatte di Smyth, e ai più alti livelli, sin dal 2013”, proprio l’anno incui Welby è stato eletto a guida della Church of England. “Ciononostante, non si fece nulla per denunciare l’uomo alle autorità britanniche o africane”. Non solo. Welby è stato a lungo amico di Smyth, e in passato ha frequentato anche lui quegli stessi campi estivi giovanili teatro delle violenze. Ma nonostante questo e varie malignità sul conto di Smyth, il capo religioso giura di non aver mai avuto sospetti di tali violenze dell’avvocato nella sua vita privata.
Welby, ex dirigente della multinazionale petrolifera Elf Aquitaine, sposato e con sei figli, inizialmente non ha voluto dimettersi, sostenendo di non aver coperto nulla. Ma che, sì, avrebbe dovuto agire «in maniera più energica». Tutto inutile: la vescova di Newcastle Helen-Ann Hartley — la chiesa anglicana presuppone la parità tra i sessi — ha chiesto le sue dimissioni immediate. Tre membri del consesso del Sinodo anglicano hanno addirittura accusato Welby di aver contribuito alla prosecuzione degli abusi con la sua negligenza, per poi lanciare una raccolta di migliaia di firme online per forzarlo a mollare.
Fino al capolinea di ieri. Quando lo ha scaricato anche il primo ministro Keir Starmer. «Provo un profondo senso di vergogna per come la Chiesa di Inghilterra non sia riuscita a difendere le vittime di questo caso», ha detto Welby nel suo comunicato di addio, «quando sono stato informato nel 2013 sul fatto che la polizia stesse indagando, credevo che la questione fosse stata gestita in maniera appropriata. Mi sbagliavo profondamente». «Non sono un traditore», avrebbe aggiunto il suo più illustre predecessore Thomas Becket, ucciso nella cattedrale di Canterbury dagli scagnozzi di Enrico II nel 1170. Ma Welby non sarà un martire.