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23 Novembre 2024Il governatore con gli operai davanti ai cancelli: «Oltraggio per il nostro territorio»
Aldo Tani
Siena «Questo è un oltraggio che viene fatto al nostro territorio», Eugenio Giani non usa mezzi termini parlando ai lavoratori della Beko. L’allarme generato dall’annuncio della chiusura dello stabilimento di Siena, con conseguente esubero di 299 persone, ha spinto il governatore a toccare con mano la situazione in viale Toselli.
Vicenda che per il presidente regionale «diventerà la battaglia identificativa della Toscana dell’industria e del lavoro». La Regione ha già messo in campo un milione di euro per la formazione del personale, in vista di un possibile reindustrializzazione del sito, anche se per Giani è troppo presto per ammainare la bandiera di Beko. «Ritengo che nonostante la durezza che ha contraddistinto le comunicazioni dell’azienda — ribatte a un operaio che gli chiede una puntualizzazione di questo passaggio — si possano individuare gli spazi per poter cambiare la volontà di chiudere. Magari attraverso un processo produttivo che sia più idoneo a reggere la competitività del mercato».
Fermezza che nasce dalla convinzione che quanto fatto dal gruppo turco non può passare sottotraccia. «Non si può — osserva Giani — liquidare un’esperienza del genere. Per la Toscana questa è la vertenza con cui vogliamo affrontare un momento cruciale per il nostro futuro industriale. Qui non finisce un’esperienza, quella di Beko. Qui inizia una lotta che ci riguarda tutti». Presa di posizione che smuove la folla che si è radunata all’ingresso della fabbrica. Partono altri applausi e il governatore lancia nuovi proclami: «Questa non è l’azienda, è la Toscana». E ancora: «Non possiamo far pensare che chi viene in Toscana acquista uno stabilimento per conquistare quote di mercato e poi se ne disfa come e quando vuole per ragioni opportunistiche di mercato».
Nel corso dell’intervento, non mancano i riferimenti al governo. «Serve aprire un tavolo di prospettiva nazionale», precisa il presidente della Regione, pronto anche a chiedere il verbale al ministro Adolfo Urso sul ricorso al golden power da parte dell’esecutivo. «Lunedì scriverò subito una lettera di richiesta — dichiara Giani — poi avrò modo durante la settimana prossima di vederlo di persona. Se non altro il 27, quando verrà sottoscritto l’accordo per la suddivisione delle aree a Piombino. È un’analisi che dobbiamo fare sui passaggi che hanno portato a questo processo così imprevedibile, con l’annuncio della chiusura a novembre».
Il 25 novembre il presidente toscano non prenderà solo carta e penna, ma sarà di nuovo vicino ai lavoratori. Pronti a scendere in strada per la seconda volta in pochi giorni, con tappa finale in piazza Salimbeni. Nel pomeriggio, poi, è previsto un tavolo istituzionale in Provincia, annunciato durante il presidio da Agnese Carletti. «Ci occuperemo con i sindaci di tutta la provincia — evidenzia — di un problema che non è un problema solo di Siena, ma che riguarda l’intero territorio. Ho chiamato all’incontro anche la Regione e i rappresentanti a livello istituzionale di maggioranza e opposizione. Ognuno ha le sue competenze. La Provincia ne ha le sue, la Regione ne ha altre». L’obiettivo dichiarato è muoversi come un fronte comune. Poi il 10 dicembre l’ultimo round. Per lo meno fino al gong, nessuna resa.
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