Le paure dietro l’alt a Esselunga
14 Dicembre 2024HARRY, TI PRESENTO ATREJU
14 Dicembre 2024«Questa è una vertenza-simbolo. Chiediamo soltanto di lavorare»
Fischi, tamburi e fumogeni, ma anche cori e urla di protesta alla manifestazione in centro
Il messaggio dei sindacati nazionali di categoria: «Il ministro Urso facca valere il Golden power»In 600 in corteo lungo le vie del centro di Siena in occasione dello sciopero indetto da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Ad aprire la manifestazione, i lavoratori del sito Beko di viale Toselli con lo striscione ’Beko in lotta’ e pettorine con la scritta ’299 motivi per resistere’. Tra tamburi, fischi e fumogeni, si è alzato dal corteo quello che ormai è diventato un vero e proprio inno: «La gente come noi non molla mai». E poi: «Se non cambierà, tutti a Roma si va», l’urlo degli operai, affiancati dai colleghi di varie aziende della provincia e da delegazioni arrivate da tutta la Toscana. «Roma, Roma», l’appello dei lavoratori di Beko, con riferimento alla prossima riunione del tavolo ministeriale, previsto a gennaio. Seguono cori contro Confindustria, il Governo e in particolare il ministro Urso. Alla mobilitazione presenti anche Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil, Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim Cisl, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm Uil. E proprio Tibaldi è la prima ad andare all’attacco: «La situazione drammatica, non c’è nessuno sbocco. La multinazionale turca ha comprato e non ha neanche provato a investire; ha infatti annunciato che licenzierà metà dei lavoratori e chiuderà metà degli stabilimenti italiani. In pratica, hanno acquistato marchi e quote di mercato e la politica glielo lascia fare. Ma se glielo lascia fare la politica, li fermiamo noi». E sul Golden power: «Se Urso ne è convinto, avrà le sue ragioni, ma per quanto ci riguarda, se questa misura c’è e ci sono 2mila licenziamenti, allora i conti non tornano». Concorde Nobis: «Su Beko la situazione è drammatica, la multinazionale è arrivata con un piano commerciale che tende a distruggere il settore produttivo degli elettrodomestici, quindi al Governo diciamo che, al di là degli annunci sul Golden power, vogliamo i fatti e vogliamo un piano industriale su cui confrontarci». Categorico Ficco: «Chiediamo un lavoro dignitoso e dignitosamente retribuito, per questo oggi manifestiamo per il rinnovo del contratto, ma anche per sventare e scongiurare il progetto di chiusura della fabbrica di Siena da parte di Beko; le due battaglie sono due facce della stessa medaglia». E infine: «la battaglia può essere vinta solo se si interviene con investimenti sulla competitività, per restituire al Paese una speranza». In testa al corteo, Daniela Miniero, segretaria Fiom Cgil Siena: «Lo sciopero per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, la difesa del salario e del potere d’acquisto collima con la crisi Beko, vertenza simbolo non solo di Siena, ma anche della Toscana e dell’Italia. Oggi siamo qui a chiedere il rilancio di politiche industriali per il territorio». Giuseppe Cesarano, leader della Fim Cisl Siena, ha già lo sguardo rivolto al nuovo tavolo a Roma: «A gennaio ci aspettiamo che Beko apporti delle modifiche al piano industriale, ma il territorio è in sofferenza perché ci sono moolte vertenze in atto, basti pensare a Pay Care». Soddisfatto Massimo Martini, segretario Uilm Siena: «Il fatto di avere oggi in corteo i tre segretari nazionali di categoria è un segnale importante. Per questo il corteo prevede anche un passaggio in Piazza del Campo e sosta davanti al Comune. Le istituzioni e la città sono con noi: questo ci rende più forti». La manifestazione, che dalla Lizza si è snodata attraverso via della Sapienza, piazza Indipendenza, Piazza del Campo e Banchi di sopra fino a piazza Salibeni, ha registrato anche un fuoriprogramma: la consegna simbolica di un pacco-dono di Natale lasciato dagli operai all’ingresso della sede di Confindustria in via dei Rossi. Nella scatola con la scritta ’Fondo Ccnl Metalmeccanici’, una falso assegno da 280 euro.
Cristina Belvedere