LONDRA-NEW YORK — Non è la prima volta e non sarà l’ultima, però l’appoggio di Elon Musk ai neonazisti di Afd è uno spartiacque nella sua svolta estremista. Perché oltre ai soldi e le piattaforme digitali che può mettere al servizio di questa internazionale della destra, c’è il suo ruolo sproporzionato nella nuova amministrazione Trump.
La benedizione di Afd, che colpisce anche per l’ammirazione di Musk manifestata dall’attentatore di Magdeburgo, è solo l’ultima in ordine di tempo. La longa manus dell’internazionale populista di Elon è esondata anche nel Regno Unito, dove prima ha dichiarato guerra alla giustizia britannica e al premier Starmer per il pugno di ferro contro le rivolte razziste dopo la strage di bambine a Southport. Poi ha iniziato a sostenere Nigel Farage, re della destra inglese e storico compare di Trump. Farage è volato in Florida a trovare il presidente eletto insieme a Nick Candy, alfiere della falange populista senza confini: miliardario inglese degli immobili, ha mollato i Tories per appoggiare Nigel. Infine, Musk, Farage e Candy si sono concessi la foto esemplare: sorridenti, nel lusso di Mar-a-Lago, con alle spalle un ritratto di Trump in divisa inglese da cricket.
Il capo della Commissione Elettorale britannica ha esortato Starmer a promulgare leggi per fermare i finanziamenti stranieri ai partiti. Lo spauracchio sono i milioni che Musk si appresterebbe a donare a Farage per sconvolgere la politica del Regno. A sentire alte fonti di Whitehall, il governo vorrebbe cambiare le norme, ma teme che la riforma venga bollata come “anti Musk”, con effetto boomerang. Una monumentale democrazia occidentale che ormai teme le esternazioni di Elon sui social.
La militanza di Musk ha aiutato la rielezione di Trump, ma viene da lontano. La lista degli interventi a gamba tesa nella politica internazionale è lunga. Ha accusato la nuova Commissione Ue di essere antidemocratica, dopo aver litigato con Bruxelles per l’inchiesta sulla possibile violazione del Digital Services Act col social X. Ha contestato l’annullamento delle presidenziali rumene, ricevendo il grazie del candidato putiniano Georgescu. Ciònon sorprende, perché sono noti i suoi rapporti col capo del Cremlino. Per non parlare dell’iniziale entusiasmo in difesa dell’Ucraina, trasformatosi poi nella minaccia di staccarle il collegamento a Starlink, indispensabile per difendersi.
In Italia, prima di premiare Giorgia Meloni a New York, si era già schierato con lei e Salvini, attaccando la giustizia per il processo Open Arms e le obiezioni al trasferimento dei migranti in Albania. Perché ha in ballo affari con Starlink e altro da circa 5 miliardi, ma anche per affinità politiche e sull’immigrazione. Poi ha paragonato il canadese Trudeau a Hitler per le misure anti Covid, abbracciato l’argentino Milei e strizzato l’occhio a Le Pen in Francia.
La parabola che ha portato Musk su questa strada è complessa. È nato e cresciuto in Sudafrica, dove il padre Errol giura che fosse contro l’apartheid, ma il nonno J. N. Haldeman lo appoggiava. A 18 anni si era trasferito in Canada e poi negli Usa, diventando un liberal, o così sembrava. Nel 2020 aveva votato Biden, ma poi qualcosa si è rotto. IlWall Street Journal ha scritto che dopo l’elezione di Joe, Elon voleva incontrarlo, però era stato rifiutato. In particolare quando nell’agosto del 2021 la Casa Bianca aveva organizzato un evento per promuovere le auto elettriche, senza invitarlo. Motivo: non urtare il sindacato del settore United Auto Workers, che aveva appoggiato Biden ma non voleva Musk intorno.
Un altro elemento che ha contribuito alla svolta è la vicenda della figlia Vivian. Elon non ha mai accettato il suo cambio di sesso, accusando la cultura woke della sinistra di averle fatto il lavaggio del cervello, e promettendo vendetta. Da qui anche la rottura con la California, abbandonata per il conservatore Texas.
Poi ci sono gli interessi imprenditoriali. Trump in teoria era l’ultima persona con cui poteva allearsi il fondatore della Tesla, vista l’avversione per le auto elettriche, ma l’antipatia per Biden era diventata troppo forte. E comunque Elon pensa che Donald potrebbe aiutare la sua compagnia. A questo si aggiungono le commesse civili e militari per SpaceX, destinate ad aumentare, e la collaborazione con l’intelligence sui satelliti. Afd rappresenta però una svolta più netta verso l’estremismo, che preoccupa non solo per le posizioni e l’influenza di Musk, ma anche per il ruolo nell’amministrazione Trump e i mezzi che può mettere a disposizione di questa internazionale.