Generali vuole rassicurare il governo “Con Natixis nessun rischio per i Btp”
5 Febbraio 2025
Intesa Sanpaolo, Messina: utili record a 8,7 miliardi. Con Meloni prestigio internazionale unico
di Paola Pica
È il giorno di Carlo Messina sulla scena in gran movimento della finanza italiana. L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo annuncia un utile netto record di 8,7 miliardi e dividendi cash per 6,1, aggiorna la classifica delle capitalizzazioni europee dove la superbanca se la gioca con Santander e Bnp Paribas, si sfila dalla «gran confusione» di un risiko che per entità non si vedeva da 30 anni, ma non si sottrae alle valutazioni del caso e, anzi, apre con una battuta l’affollata conferenza stampa nella sede milanese di via Monte di Pietà, la Ca’ de Sass, a due passi da Piazzetta Cuccia: «Non vorrei scoprire che mentre venivo qui qualcuno si è comprato il 10% di Intesa Sanpaolo».
Per Messina, l’offerta del Monte dei Paschi su Mediobanca, la quale custodisce a sua volta il 13% delle Assicurazione Generali, «è un’operazione di mercato» e sarà quest’ultimo a stabilirne l’esito: «Vinca il migliore», dice. La presenza dello Stato nel capitale della banca senese a fianco dei soci privati, come i gruppi Caltagirone e Del Vecchio, non preoccupa il banchiere: «Stiamo parlando di una quota del 10%». Anche la sfida Roma-Milano non convince Messina: «Ha ancora senso parlare di finanza milanese? Intesa è un campione nazionale. Io sono romano, contento di esserlo. E anche Andrea Orcel di Unicredit è romano». Quest’ultimo è entrato (anche) in questa partita acquistando il 4% di Generali a titolo di «investimento finanziario». L’amministratore delegato di Intesa che pure «molti anni fa» aveva preso in esame, tra gli altri, il dossier triestino oggi non seguirebbe le orme del collega-competitor: «Non abbiamo interesse per quote di minoranza, non è così che operiamo». Messina ricorda che la presenza di Intesa nel settore assicurativo «è molto significativa» e che la banca «amministra il risparmio degli italiani.E per questo intendiamo essere stabilità e reputazione. Niente colpi di testa — afferma — Con la fusione di Ubi siamo in anticipo e abbiamo cinque anni di vantaggio sul risiko. Non abbiamo bisogno di acquisizioni, di operazioni di M&A né in Italia, né in Europa». E ancora sul bilancio «nel 2024 abbiamo segnato i migliori risultati della nostra storia siamo orgogliosi di essere leader in Europa anche nell’impegno sociale». Il banchiere, 62 anni, da 11 alla guida del primo gruppo italiano del credito, è vicino al rinnovo, con tutto il consiglio, all’assemblea di aprile: «Mi sento giovane e forte e posso dare ancora molto» mentre per l’esercizio appena iniziato è già atteso un utile netto«largamente sopra i 9 miliardi».
Sulla crescita italiana Messina è ottimista: «Potrebbe raddoppiare nel 2025 considerata la discesa del costo del denaro, la ripresa dei consumi e l’accelerazione del Pnrr». Messina è convinto che il Paese «con l’attuale governo abbia l’occasione di esercitare una leadership in Europa. Giorgia Meloni — dice — ha un prestigio unico tra gli investitori internazionali».