L’incremento non riguarderà tutte le residenze. Per i gestori si tratta di una scelta “ obbligata” per poter fronteggiare i nuovi costi dovuti al rinnovo dei contratti di lavoro. In Toscana ci sono circa 15mila ospiti in 320 strutture, tutte piene
di Andrea Vivaldi
Le prime telefonate di avviso alle famiglie sono già arrivate. Altre sono in programma tra fine mese e inizio marzo. In Toscana scattano gli aumenti delle rette nelle Rsa. I gestori, alle prese con una crescita dei costi del personale, lo avevano annunciato in autunno che avrebbero dovuto far salire le quote. E adesso, dopo un periodo di valutazioni e conteggi, è stata presa la decisione del rincaro. Non è una scelta che riguarda tutte le residenze. Alcune rimarranno con gli importi attuali. Ma la strategia, illustrata pubblicamente a novembre, sta venendo, e verrà, messa in pratica da diverse case di riposo. L’incremento varia, salvo particolari eccezioni, in una forbice tra i 3 e i 7 euro in più al giorno per gli ospiti. A conti fatti, a fine mese le famiglie dovranno aggiungere tra i 90 e i 220 euro rispetto a quanto pagano attualmente.
A breve è previsto anche un incontro tra diversi gestori per confrontarsi anche su questo tema. Internamente, tra chi ogni giorno porta avanti le strutture, questo rincaro viene descritto come « obbligato » per poter fronteggiare i nuovi costi dovuti al rinnovo dei contratti di lavoro, saliti del 15-17%. Un adeguamento dei salari che era necessario considerando l’inflazione e la fuga, ormai da tempo, di tanti addetti verso il pubblico o realtà con paghe più alte. La voce dipendenti/ collaboratori incide nel bilancio delle Rsa per circa il 65%. L’incremento della quota sociale, cioè la parte della retta che pagano le famiglie, non sarà direttamente del 15%, ma più bassa. Però tante famiglie, tendenzialmente da fine marzo- inizio aprile, dovranno mettere mano al portafogli: una media di 1.500-2 mila euro in più all’anno. In Toscana si contano circa 15 mila ospiti in 320 residenze. E sono tutte piene: centinaia di anziani ogni mese attendono una sistemazione.
I gestori, avevano detto, per evitare l’aumento chiedevano più risorse alla Regione. Quest’ultima, spiegando di mettere già la netta maggioranza dei fondi disponibili sul comparto sanità, aveva ricordato di aver potenziato le quote sanitarie, cioè la parte della retta a carico del sistema pubblico, neppure un anno e mezzo fa, prevedendo fino a 5,10 euro in più al giorno. Una cifra però non più sufficiente a coprire le spese, secondo i gestori delle Rsa. A fine 2024 la Regione ha deciso di investire altri 22 milioni nel triennio 2025- 27 ( suddivisi secondo alcuni parametri) a sostegno dei contratti di lavoro nel settore sociosanitario. Ma le Rsa chiedevano investimenti certi per il loro settore già da questi mesi.