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18 Giugno 2025
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18 Giugno 2025Il governo italiano ha difeso davanti all’Unione Europea l’uso del Golden Power nell’operazione Unicredit–Banco Bpm, sostenendo che il risparmio dei cittadini è una questione di sicurezza nazionale. La Commissione UE ha chiesto spiegazioni, in particolare perché l’operazione coinvolge due banche italiane. Il Tesoro ha risposto che oltre il 60% del capitale di Unicredit è in mano a investitori extra-UE e che quindi l’intervento è legittimo.
Unicredit, guidata da Andrea Orcel, ha frenato sull’operazione, dichiarando che non andrà avanti senza chiarezza sulle condizioni imposte dal governo. Orcel ha anche annunciato l’intenzione di uscire gradualmente da Generali, chiudendo una fase di tensioni nel settore assicurativo.
Intanto, Mediobanca ha avviato un confronto con Generali per rivedere l’offerta su Banca Generali, dopo il rinvio dell’assemblea decisiva. L’obiettivo è convincere grandi azionisti come Caltagirone e Delfin, contrari o scettici sull’operazione, a sostenerla. La preoccupazione principale è compensare la perdita di utile per Generali, stimata tra il 4 e il 5%, dovuta all’uscita di Banca Generali dal suo perimetro.
Sullo sfondo, resta il caso Monte dei Paschi di Siena: la cessione del 15% da parte del Tesoro è finita sotto indagine della Procura di Milano. L’asta è stata gestita da Banca Akros, controllata da Banco Bpm, uno degli acquirenti. L’operazione ha portato forti profitti a Akros, ma ha sollevato dubbi sulla trasparenza, anche per il cambio di metodo rispetto alle aste precedenti, che erano state affidate a grandi banche internazionali.
Nel complesso, il risiko bancario italiano si muove tra logiche di mercato, pressioni politiche e tensioni tra istituzioni pubbliche e grandi gruppi finanziari. Il giudizio della Commissione Europea sul Golden Power potrebbe segnare un punto di svolta.