
Il mondo sotto tensione: tra memorie nucleari, nuove guerre fredde e resistenze culturali
6 Agosto 2025
Aretha Franklin – I Say A Little Prayer
6 Agosto 2025
Sotto il sole di agosto si consuma una partita silenziosa ma decisiva che riguarda il futuro di tre grandi protagonisti della finanza italiana: Mediobanca, Generali e Monte dei Paschi di Siena. Una sfida che si gioca tra Milano, Trieste e Siena, e che potrebbe ridisegnare gli equilibri del risparmio gestito nel nostro Paese.
Tutto ruota attorno a un’operazione ambiziosa: Mediobanca vuole rilevare l’intero capitale di Banca Generali, offrendo in cambio una parte significativa delle sue azioni in Generali, pari al 13%. La mossa, fortemente voluta dall’amministratore delegato Alberto Nagel, ha un obiettivo chiaro: rafforzare la posizione di Mediobanca nella gestione patrimoniale e, al tempo stesso, difendersi dall’offensiva lanciata da Mps, sostenuta da soci agguerriti come Caltagirone e Delfin.
Ma nulla è semplice. Il consiglio di amministrazione di Generali ha dato il via libera alla trattativa, ma con prudenza: più che un semaforo verde, un giallo lampeggiante. All’interno del board ci sono divergenze, soprattutto da parte dei consiglieri legati a Caltagirone, che vedono con sospetto l’operazione. Temono uno sbilanciamento eccessivo a favore di Mediobanca e una perdita di controllo strategico.
Dal canto suo, Mediobanca ha già convocato l’assemblea degli azionisti per il 21 agosto. Sarà lì che si deciderà tutto: se l’operazione verrà approvata, Nagel potrà tirare un sospiro di sollievo e mettere un argine all’assalto di Mps. In caso contrario, si aprirebbe uno scenario completamente diverso, con la concreta possibilità che Siena conquisti Milano.
Ma c’è un altro elemento che rende la partita ancora più incerta: il ricorso presentato dal fondo Bluebell, che ha chiesto a Consob di sospendere l’Ops di Mps per mancanza di trasparenza. Secondo Bluebell, la documentazione fornita agli azionisti non è sufficiente a chiarire i rischi dell’operazione, a partire dalla possibile restituzione dei 5,4 miliardi di aiuti pubblici ricevuti da Mps. La questione è ora all’esame del TAR del Lazio, che si pronuncerà proprio l’8 settembre, ultimo giorno utile per aderire all’offerta.
In questo incrocio di strategie, pressioni e contropiedi, si gioca molto più di una semplice operazione finanziaria. È in discussione il baricentro del risparmio italiano, e con esso il potere di orientare investimenti, reti di consulenti, rapporti con il mercato.
Le prossime settimane saranno decisive. E mentre il Paese è distratto dall’estate, una partita ben più importante si gioca nelle stanze del potere economico. In silenzio, ma con conseguenze che potrebbero farsi sentire per anni.