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6 Agosto 2025«Esiste anche un’idea dell’individuo?» Così inizia il passo delle Enneadi di Plotino al centro del rigoroso studio accademico di Roberto Zucchi, Plotino. Se esistono idee anche di particolari V 7 [18] (Pisa University Press, pagine 360, euro 32), autore dell’introduzione, della traduzione e del commento al testo greco. Apre il libro un’ampia prefazione- saggio, dal titolo Plotino e il tempo del cosmo, di Cristina D’Ancona. Per quanto l’argomento sia molto tecnico, la questione di fondo è essenziale, infatti «affronta il problema dell’individuo in quanto tale, ossia non in quanto riconducibile a una classe di esseri, ma in quanto portatore di caratteristiche esclusivamente sue». Il tema è antico, ma anche moderno e contemporaneo: oggi si direbbe il problema filosofico del «fondamento dell’identità personale sincronica ». Detto in altri termini: «C’è qualcosa che fa sì che un individuo sia quell’individuo, oppure l’individualità è una costruzione mentale a cui non corrisponde altro se non un insieme di proprietà fisiche, visibili o no? Se c’è, cos’è?». Naturalmente la riflessione plotiniana sarà in parte incommensurabile a quella della filosofia odierna, ma il tema resta cruciale. Nei termini di Plotino sarà soprattutto un dialogo con il maestro Platone, ma anche con altri interlocutori antichi, e il punto sarà proprio questo: «È possibile concepire una dimensione intelligibile dell’individualità o è necessario sostenere con gli Stoici e con Aristotele che l’individuo non è altro che un insieme di qualità sensibili?». Come spiega con chiarezza Zucchi, per Plotino «la sostanzialità dell’individuo (il composto di materia e forma) deriva dalla sostanzialità della forma intellegibile». E tale individualità e sostanzialità è garantita «dalla partecipazione alla forma Uomo, che è presente nell’Intellegibile». Questo impedisce di fare dell’individuo un semplice aggregato di materia e qualità. Plotino si muove genialmente e con libertà tra istanze platoniche, stoiche ed aristoteliche, criticando ed insieme integrando punti di vista differenti. In questo senso, non esita a respingere concezioni platoniche classiche, e a valorizzare, pur nella dialettica, intuizioni delle “scuole avversarie”. Alla fine la sintesi è questa: «I singoli uomini sono caratterizzati da insiemi di qualità e differenze particolari, che dipendono a loro volta da logoi intellegibili, e che sono unificati in virtù della partecipazione di tutti gli uomini alla forma Uomo, che però da sola, senza riferimento ai logoi, non è in grado di rendere ragione delle differenze particolari». Insomma: il tentativo arduo ma così essenziale di tenere insieme la centralità dell’archetipo- Forma, senza però dissolvere il mistero della persona nell’indifferenziato. Diverso, per la sua natura divulgativa ed attualizzante, ma pure pregevole, il volumetto di Ricardo Piñero, Plotino. El alma de la filosofía: la belleza de cultivar la vida interior (Editorial Rosamerón, pagine 176, euro 19,90, 2024), che rilegge il grande filosofo greco in una prospettiva che potremmo dire sapienziale, alla stregua del paradigmatico Plotino o la semplicità dello sguardo (Einaudi) di Pierre Hadot. Piñero valorizza il tema della contemplazione in Plotino, come via verso il divino, anche attraverso il godimento estetico e l’idea di Bellezza. Se la contemplazione, come vuole Panikkar, «ci fa entrare in contatto diretto con la realtà», essa assume, in un sistema sempre più accelerato e tecnocratico, un carattere rivoluzionario e di risveglio alla profondità del reale e alla dignità umana.