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Mediobanca si avvicina a un passaggio cruciale: l’assemblea del 21 agosto, in cui i soci dovranno decidere sull’offerta pubblica di scambio per acquisire Banca Generali. L’operazione, del valore di 6,3 miliardi, verrebbe pagata in parte con il 13% di azioni Generali già in portafoglio. Prima del voto, è atteso entro il 18 agosto il via libera della Bce e, subito dopo, la pubblicazione del prospetto approvato dalla Consob.
Il voto si annuncia serrato. A favore, molti investitori istituzionali e il proxy advisor ISS, che ha confermato la propria raccomandazione positiva, parlando di “solida logica industriale” e di un passo capace di rafforzare la leadership di Mediobanca nel wealth management. È atteso a breve anche il parere di Glass Lewis.
Sul fronte opposto, Delfin (19,9%) e Francesco Gaetano Caltagirone (circa 10%), che puntano invece a concentrarsi sull’offerta ostile di Mps su Mediobanca, in corso fino all’8 settembre. Al blocco contrario potrebbero unirsi gli enti previdenziali (5,5%), i Benetton (2,3%) e forse Unicredit, salita al 4% e ancora indecisa. Alcuni soci, come Edizione e Unipol, decideranno solo in assemblea.
Perché l’operazione passi, servirà la maggioranza assoluta dei presenti. Ma ogni astensione vale come voto contrario, e secondo le stime il fronte del “no” potrebbe arrivare intorno al 40%.
In parallelo, si tratta con Generali per estendere a Mediobanca gli accordi distributivi già in essere con Banca Generali. È un negoziato complesso, con discussioni interne al consiglio del Leone. La Consob ha intanto confermato di seguire la vicenda con l’attività di vigilanza prevista in ogni Opa o Ops.
Sul fronte Mps, l’offerta su Mediobanca — partita il 14 luglio — è ancora ferma allo 0,06% di adesioni, e si chiuderà l’8 settembre. Il fondo Bluebell ha invitato gli eredi di Leonardo Del Vecchio a votare sì al piano Nagel e a non aderire all’offerta di Siena, giudicata “distruttiva di valore”.
Intanto, Banca Generali continua a crescere: a luglio ha registrato una raccolta netta di 522 milioni di euro, portando il totale da inizio anno a 3,5 miliardi, in aumento rispetto al 2024.
Nei prossimi giorni si giocheranno dunque due partite strettamente intrecciate: il destino dell’operazione Mediobanca-Banca Generali e la scalata di Mps. Entrambe dipenderanno dal voto dei soci e dalle mosse dei grandi investitori.