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9 Agosto 2025Turismo: Per Siena smonta il Piano Strategico 2024–2030
«Documento rassicurante, non strategico»
Il nuovo Piano Strategico del Turismo 2024–2030, appena adottato dalla maggioranza in Consiglio Comunale, viene accolto da Per Siena con una bocciatura senza appello. Le parole usate dal movimento non lasciano spazio a interpretazioni: «burocratico nella forma, conservatore nei contenuti, ideologico nel linguaggio, inconsistente nelle proposte e irrilevante per chi cerca giustizia urbana, ambientale e sociale».
Dietro l’apparente neutralità del documento, secondo Per Siena, si nasconderebbe un’impostazione ideologica precisa: quella di un’amministrazione che usa il linguaggio della partecipazione e della sostenibilità come copertura, senza tradurlo in decisioni politiche incisive. «Il lessico è infarcito di termini tecnocratici, utili solo a celare l’assenza di scelte coraggiose» denuncia il movimento, che parla apertamente di «consenso artificiale». L’elenco dei soggetti consultati nel processo di elaborazione del Piano appare come un’operazione di facciata: «La partecipazione, descritta come “virtuosa”, è in realtà rituale e priva di vera dialettica, perché il controllo resta saldamente nelle mani del Comune».
Un turismo senza bussola sociale
Uno dei punti centrali della critica riguarda l’assenza di un’analisi strutturale delle conseguenze del turismo sulla città. Siena, con oltre un milione di presenze registrate nel 2022, subisce una pressione crescente su spazi, servizi e mercato immobiliare. Eppure il Piano, sostengono da Per Siena, si limita a riportare i dati senza affrontare i nodi più urgenti: l’aumento degli affitti a breve termine, il lavoro stagionale e precario, la difficoltà per residenti e studenti a trovare alloggi, la congestione degli spazi pubblici.
La condanna del cosiddetto turismo “mordi e fuggi” resta sul piano delle dichiarazioni: non vengono previsti strumenti concreti per regolamentarlo. Lo stesso vale per la destagionalizzazione: se ne parla, ma senza politiche capaci di ridurre i picchi stagionali. La crescita degli affitti turistici è riconosciuta, ma non accompagnata da norme di contenimento. La congestione provocata dai bus turistici è citata, ma senza limiti o contingentamenti. Diagnosi parziali, cure assenti.
La città che il Piano non vede
Per Per Siena, il difetto più grave è l’assenza di una visione urbana e sociale complessiva. Il turismo è trattato come un comparto a sé stante, separato da questioni vitali come lo spopolamento del centro storico, la condizione di giovani e studenti, il lavoro povero e l’emergenza abitativa. «Non si comprende — sottolinea il movimento — che il turismo è intrecciato con la vita quotidiana della città: politiche per il turismo senza politiche per chi a Siena vive e lavora sono destinate a produrre squilibri».
La “privatizzazione mascherata”
Il capitolo organizzativo introduce una Dmo (Destination Management Organization) pubblico-privata, presentata come strumento di innovazione e governance. Ma per Per Siena si tratta di «una cessione di potere ai privati, senza garanzie di trasparenza o controllo democratico». Il rischio, secondo il movimento, è che le scelte strategiche vengano orientate più dagli interessi degli operatori di mercato che da una visione pubblica dell’interesse generale.
Greenwashing e cultura ridotta a scenografia
Sul fronte ambientale, il Piano dichiara di voler perseguire gli standard Gstc (Global Sustainable Tourism Council), ma per Per Siena è “greenwashing istituzionale”: mancano obiettivi concreti e misurabili, indicatori di monitoraggio e vincoli reali. L’eco-destinazione evocata resta uno slogan.
La cultura, poi, è ridotta a un contorno scenografico: un patrimonio da esibire ai visitatori, ma senza spazio per ricerca, creatività o produzione autonoma. Un approccio che, secondo il movimento, svuota di contenuto il ruolo della cultura come motore di sviluppo e identità.
Un piano che rassicura, ma non trasforma
Il giudizio finale del movimento è netto: il Piano Strategico 2024–2030 non è un documento di cambiamento, ma un esercizio di gestione dell’esistente. «È rassicurante, ma non strategico. Non indica un percorso di trasformazione, non affronta i nodi strutturali della città e non riduce le disuguaglianze prodotte dal turismo».
Un nodo politico
La bocciatura di Per Siena si inserisce anche in un contesto politico più ampio. Le critiche mettono in evidenza una distanza netta di visione rispetto alla maggioranza: da una parte, un turismo concepito come leva economica da regolare il minimo indispensabile; dall’altra, la richiesta di ancorare le politiche turistiche a un progetto urbano e sociale più vasto, in cui il benessere di chi vive a Siena sia il punto di partenza.
Il confronto, se mai si aprirà, rischia di toccare questioni di fondo: il turismo è un fine in sé o un mezzo per rafforzare la città e il suo tessuto sociale? E soprattutto: il Comune è pronto a rinunciare a una parte del controllo per rendere la partecipazione realmente efficace, o continuerà a trattarla come un rituale formale?
Movimento ’Per Siena’ «Piano Strategico inconsistente nei contenuti»
Il movimento ’Per Siena’ non fa sconti al Piano Strategico del Turismo 2024–2030, appena adottato: «E’ burocratico nella forma, conservatore nei contenuti, ideologico nel linguaggio, inconsistente nelle proposte, irrilevante per chi cerca giustizia urbana, ambientale e sociale». Di qui le contestazioni in dieci punti. ’Per Siena’ parla di «Ideologia mascherata da neutralità»: «Il linguaggio è infarcito di termini tecnocratici utili solo a celare l’assenza di scelte coraggiose. Si invocano partecipazione e sostenibilità senza renderle concrete. È un consenso artificiale, ma la città resta ferma – tuona il movimento –. Si cita un ampio numero di soggetti consultati, ma il potere resta nelle mani del Comune, che controlla la regìa. La partecipazione, descritta come “virtuosa”, è in realtà rituale e priva di vera dialettica». Si critica poi l’assenza di analisi strutturale: «Il piano riporta dati (oltre un milione di presenze nel 2022), ma non valuta l’impatto su caroaffitti, precarietà lavorativa, vivibilità del centro. Si condanna il turismo ’mordi e fuggi’ senza proporre regole o strumenti concreti». E ancora: «Le questioni cruciali restano fuori. Si parla di destagionalizzazione senza ridurre i picchi stagionali; si riconosce il boom degli affitti turistici senza prevedere regolazioni; si cita la congestione da bus senza introdurre limiti. L’eco-destinazione resta uno slogan. Manca poi la visione urbana e sociale. Il turismo è trattato come comparto isolato – si sottolinea –, senza connessioni con temi decisivi: spopolamento del centro, giovani e studenti, lavoro povero, emergenza abitativa». Si accusa anche il Comune di «privatizzazione mascherata»: «La Dmo (Destination Management Organization) pubblico-privata è presentata come innovazione, ma è di fatto una cessione di potere ai privati, senza garanzie di trasparenza o controllo democratico. Inoltre si elencano “rischi globali” (crisi climatica, polarizzazione sociale, disinformazione) senza tradurli in misure operative. Nessuna azione incisiva su ambiente, tecnologia, lavoro». ’Per Siena’ aggiunge: «La sostenibilità è di facciata. Il richiamo agli standard Gstc (Global Sustainable Tourism Council) sembra più un’etichetta che un impegno reale. Mancano obiettivi ambientali misurabili, vincoli e indicatori seri. È greenwashing istituzionale. La Cultura è ridotta a cornice turistica, usata come scenografia per i visitatori, senza spazio per ricerca, creatività e autonomia». E infine: «E’ un documento rassicurante, non strategico. Non è un piano di trasformazione, ma un esercizio di gestione dell’esistente».