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Mediobanca si avvicina a un passaggio cruciale. Il 21 agosto i soci saranno chiamati a esprimersi sull’offerta pubblica di scambio per acquisire Banca Generali, una mossa strategica che si colloca in un contesto ad alta tensione, con Piazzetta Cuccia vincolata alla “passivity rule” per effetto dell’Ops ostile lanciata da MPS. L’assemblea servirà a conferire al consiglio di amministrazione i poteri necessari a proseguire l’operazione e, secondo le stime, potrebbe registrare un’affluenza tra il 75 e l’80% del capitale: in questo scenario, basterebbe poco più di un terzo dei voti favorevoli per far passare la delibera. Il fronte del “sì” ha ottenuto il sostegno di due influenti proxy advisor, ISS e Glass Lewis, che vedono nell’acquisizione un’opportunità per rafforzare il wealth management e valorizzare Mediobanca con un premio implicito già superiore al 12% per gli azionisti di Banca Generali. Per molti fondi internazionali, che tradizionalmente si orientano in base a queste indicazioni, si tratta di un segnale forte. BlackRock ha recentemente incrementato la propria partecipazione al 5,06%, mentre Mediolanum ha annunciato apertamente il proprio voto favorevole. Sul fronte opposto, il gruppo Caltagirone (9,9%) ha dichiarato il proprio no, Delfin (19,9%) si orienta verso l’astensione – che in assemblea equivale a un voto contrario – e le casse previdenziali, che insieme pesano per circa il 5,5%, appaiono divise: Enasarco sembra incline ad appoggiare l’operazione, Enpam valuta di astenersi e Cassa Forense si mostra contraria. Nel frattempo, Assicurazioni Generali, che detiene la maggioranza di Banca Generali, ha fatto sapere di essere disponibile a trattare un nuovo accordo distributivo, tassello industriale decisivo per dare solidità all’operazione. Sul capitale del Leone si registrano movimenti significativi: il CEO Philippe Donnet ha venduto parte delle azioni ricevute come remunerazione variabile (per oltre 10 milioni di euro), mentre il gruppo De Agostini ha ceduto oltre un milione di titoli. Per Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, l’acquisizione di Banca Generali rappresenterebbe un moltiplicatore di valore, capace di rendere meno appetibile l’offerta di MPS e di consolidare la posizione del gruppo in un segmento a margini elevati. Nei prossimi giorni, la partita si giocherà sulle scelte dei grandi investitori ancora incerti, sul voto delle casse previdenziali e sulle mosse di Generali. L’esito del 21 agosto non determinerà soltanto il futuro di Mediobanca, ma potrebbe ridefinire gli equilibri di potere nel cuore della finanza italiana.