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21 Agosto 2025Il futuro di Mediobanca si gioca in queste ore in un’assemblea che ha visto un’affluenza vicina al 78% del capitale. Sul tavolo c’è un’unica decisione, ma dal peso enorme: approvare o meno l’offerta pubblica di scambio proposta dall’amministratore delegato Alberto Nagel per acquisire Banca Generali, cedendo in cambio il 13% detenuto in Generali. L’operazione, valutata circa 6,3 miliardi, non è solo una mossa industriale volta a rafforzare il ruolo di Mediobanca nel wealth management, ma anche una difesa preventiva contro l’offerta lanciata da Monte dei Paschi di Siena, che punta a conquistare Piazzetta Cuccia e, con essa, il suo legame storico con la compagnia triestina.
Gli equilibri in assemblea sono sottili. Per far passare l’operazione serve la maggioranza assoluta dei voti presenti, ma le astensioni valgono come contrari. Da un lato, Nagel può contare sul sostegno di una parte consistente dei fondi internazionali, che insieme al patto di consultazione rappresentano circa un terzo del capitale. Dall’altro, però, si è formato un blocco solido di azionisti italiani che guardano a Mps: Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, con quasi il 20%, il gruppo Caltagirone con circa il 10%, le principali casse previdenziali e altri soci come Unicredit e i Benetton. Sommando contrari e possibili astensioni, si arriva attorno al 40-43% del capitale, abbastanza da rendere la strada di Nagel estremamente difficile.
Il voto di oggi segna così un crocevia. Se l’assemblea approverà l’offerta su Banca Generali, Mediobanca manterrà la propria indipendenza, pur riducendo il peso in Generali, e potrà tentare di costruire un polo nazionale del risparmio gestito. In caso contrario, il progetto cadrà e resterà in campo l’offerta di Mps, che conta sul sostegno di governo e grandi azionisti italiani per creare un terzo polo bancario. In questo scenario, Mediobanca rischierebbe di perdere la sua storica autonomia e Generali verrebbe a trovarsi sempre più al centro di un nuovo equilibrio di potere.
La sensazione diffusa tra analisti e operatori è che i numeri giochino più a favore del fronte Caltagirone–Del Vecchio, che ha già dato segnali concreti di appoggio al Monte. Nagel, con l’OPS su Banca Generali, cerca un’ultima mossa per guadagnare tempo e restare in sella, ma la sfida appare tutta in salita. In ogni caso, l’esito di questa assemblea non riguarda solo Mediobanca: avrà ripercussioni sull’assetto dell’intera finanza italiana.
Tabella comparativa
Scenario | Pro | Contro |
---|---|---|
Vince Nagel (OPS su Banca Generali) | – Mediobanca resta indipendente – Nasce un polo italiano del wealth management – Fiducia dei fondi esteri e del mercato |
– Mediobanca si indebolisce in Generali, cedendo il 13% – Operazione vista come difensiva più che industriale – Conflitto con parte degli azionisti italiani |
Perde Nagel (OPS non passa, via a Mps) | – Nasce un terzo polo bancario (Mps + Mediobanca) – Rafforzata la presenza di capitali italiani – Controllo più forte su Generali |
– Mediobanca perde la sua storica autonomia – Rischio di un progetto guidato più da logiche politiche che industriali – Incertezza sui mercati e timori degli investitori esteri |