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Il governo italiano ha espresso forte preoccupazione per l’aggravarsi della crisi in Medio Oriente, condannando sia l’occupazione militare di Gaza sia la decisione di autorizzare nuovi insediamenti in Cisgiordania. La premier sottolinea che si tratta di scelte contrarie al diritto internazionale, che rischiano di rendere impossibile la prospettiva dei due Stati, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco, della liberazione degli ostaggi e di un impegno internazionale per gli aiuti umanitari.
Le opposizioni, però, giudicano le parole della presidente del Consiglio troppo deboli e tardive. Elly Schlein accusa il governo di essersi limitato a commenti da osservatore, senza assumere decisioni concrete: per il Partito democratico, è urgente spingersi verso sanzioni contro Netanyahu e riconoscere lo Stato di Palestina. Sulla stessa linea Verdi e Sinistra, che chiedono la revoca degli accordi di cooperazione militare con Israele, mentre il Movimento 5 Stelle parla di complicità politica e morale con le azioni del governo israeliano.
Lo scontro in Italia riflette un nodo irrisolto: da un lato la prudenza istituzionale, dall’altro la richiesta di azioni più incisive e immediate per incidere sul conflitto.