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A Siena il Monte dei Paschi è arrivato al momento della verità. Dopo settimane di trattative e attese, il consiglio di amministrazione ha dato il via libera a un aggiornamento dell’offerta su Mediobanca, la storica banca d’affari di Piazzetta Cuccia. La novità è l’aggiunta di una quota in denaro, che dovrebbe affiancarsi allo scambio di azioni già previsto.
Fino ad oggi l’offerta prevedeva che ogni azione Mediobanca fosse scambiata con 2,533 titoli Mps. Il mercato però non l’ha giudicata abbastanza generosa: i valori non coincidevano e il divario con le quotazioni reali era vicino al 4%. Per rendere l’operazione più convincente, Mps ha deciso di mettere sul piatto tra i 600 e i 700 milioni di euro in contanti. Una cifra che la banca senese può permettersi, forte di una patrimonializzazione tra le più alte d’Europa.
Al momento hanno risposto positivamente due grandi azionisti di Mediobanca: Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, e il gruppo Caltagirone. Insieme controllano quasi il 30% del capitale e hanno già consegnato buona parte delle loro quote. Con loro, le adesioni complessive sono salite poco sotto il 29%. L’obiettivo minimo fissato da Mps è il 35%, ma la vera partita si gioca più in alto: superare il 50% per avere il pieno controllo della banca milanese.
Se Siena riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta, potrà consolidare Mediobanca nei propri conti, attivare benefici fiscali miliardari e iniziare a realizzare sinergie industriali stimate in circa 700 milioni di euro. Per arrivare alla fusione completa e all’uscita di Mediobanca da Piazza Affari servirebbe invece un consenso ben più alto, oltre i due terzi del capitale.
Il termine dell’offerta è fissato per l’8 settembre. Ma se la soglia minima sarà raggiunta, i tempi potrebbero allungarsi di qualche giorno per consentire a chi non ha ancora deciso di aderire. In quell’arco di tempo saranno cruciali le mosse dei fondi internazionali e degli investitori istituzionali, compresi gli enti previdenziali che detengono pacchetti significativi di azioni.
Per Mps l’operazione rappresenta molto più di un’acquisizione. È la scommessa su un futuro da protagonista nel sistema bancario italiano, dopo anni di difficoltà e salvataggi pubblici. Il rilancio in contanti segna un cambio di passo: da qui a fine settembre si capirà se Siena riuscirà davvero a conquistare la roccaforte di Mediobanca.