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Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, forze NATO hanno abbattuto droni russi che avevano violato lo spazio aereo di un Paese alleato. È accaduto in Polonia, dove si sono registrate diciannove incursioni nel settore orientale del Paese. Caccia polacchi e olandesi sono decollati in risposta, abbattendo almeno quattro velivoli. I rottami sono stati ritrovati in più punti e uno di essi ha colpito un’abitazione senza causare feriti.
Varsavia ha parlato di un atto ostile e ha convocato i partner dell’Alleanza Atlantica per consultazioni urgenti. Secondo le autorità polacche, le traiettorie seguite dai droni indicano che non si è trattato di un errore ma di una manovra deliberata. Anche altri governi europei e vari esperti militari hanno escluso l’ipotesi dell’incidente.
Mosca ha reagito in modo ambiguo: inizialmente ha accusato l’Ucraina di aver lanciato i droni e ha negato che fossero di produzione russa; solo in seguito il ministero della Difesa ha rivendicato un attacco mirato contro obiettivi militari ucraini, insistendo però che nessun velivolo era destinato a colpire la Polonia.
Molti osservatori leggono l’episodio come parte di una strategia di pressione crescente contro l’Occidente, dopo settimane di bombardamenti più intensi su città ucraine e perfino contro obiettivi diplomatici. Alcuni analisti militari sottolineano che l’azione russa dimostra la disponibilità del Cremlino a correre rischi, anche in un Paese che ospita migliaia di soldati statunitensi.
La vicenda ha messo in luce le difficoltà dell’Alleanza nell’adattarsi alla guerra dei droni. L’uso di caccia avanzati per abbattere velivoli a basso costo è considerato poco sostenibile, e diversi commentatori rilevano che, dopo oltre tre anni di conflitto, la preparazione complessiva dei Paesi NATO resta insufficiente di fronte a un attacco su larga scala.
Tra le opzioni discusse vi sono un rafforzamento delle difese aeree lungo il confine orientale, nuove esercitazioni multinazionali per coordinare le risposte e persino l’ipotesi di una zona di interdizione aerea sull’Ucraina occidentale per impedire che droni e missili russi si avvicinino allo spazio NATO. Per il momento, però, prevale la cautela: le consultazioni serviranno a raccogliere dati, valutare le implicazioni e decidere quale risposta comune adottare.