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15 Settembre 2025Risposta a Tucci: prima i cittadini, poi i voli d’élite
A Siena c’è chi sogna di decollare per Roma e arrivare in cinquanta minuti. L’immagine è seducente: un piccolo aereo da nove posti che vola sopra le colline, atterra ad Ampugnano e in meno di un’ora ti porta nella capitale.
Ma basta scendere dal sogno per vedere la realtà: la città non ha ancora un piano organico della mobilità capace di affrontare i problemi di oggi.
Navette fallite e parcheggi strapieni
Le navette dovevano essere la soluzione per collegare la città. L’assessore Tucci le aveva pensate come un servizio “da aeroporto”, con corse dedicate. Ma senza un disegno complessivo della mobilità, il servizio si è rivelato inefficace: orari scomodi, scarsa informazione, nessuna integrazione con il resto del sistema. Alla fine il progetto è stato abbandonato dallo stesso assessore.
I parcheggi scambiatori alla periferia, che dovevano alleggerire il traffico e facilitare l’accesso al centro, hanno mostrato le stesse debolezze: mancanza di integrazione, gestione confusa, assenza di un vero coordinamento con i flussi turistici. Nei giorni di punta si riempiono fino all’ultimo posto, con code, disagi per i visitatori e un’immagine di caos che non aiuta certo l’accoglienza della città.
Il mito dei cinquanta minuti
Oggi si parla di voli da 500 euro l’ora. Ma se non siamo stati capaci di far funzionare un collegamento di pochi chilometri o di gestire bene i parcheggi scambiatori, perché dovremmo credere che riusciremo a integrare un aeroporto in un sistema moderno e funzionante?
Il mito dei “cinquanta minuti” resiste perché suona bene. Ma se guardiamo ai tempi veri, la favola si sgonfia: bisogna spostarsi da Fiumicino a Roma Urbe, passare controlli e imbarco, fare il volo per Ampugnano e infine arrivare a Siena. Porta a porta il viaggio dura dalle due alle tre ore, a seconda delle coincidenze e del traffico.
E poi ci sono i costi: cinquecento euro per un’ora di volo su un aereo da nove posti. Ha senso solo per chi deve prendere un altro aereo, magari privato, a Roma e non vuole perdere tempo nel traffico. Per tutti gli altri è più conveniente – e spesso più veloce – usare quello che già esiste: l’alta velocità fino a Chiusi o Firenze, più un bus ben organizzato, costa tra i cinquanta e i settanta euro. Con l’auto si spende tra i cinquanta e i sessanta euro tra carburante e pedaggi. E l’impatto ambientale? Un piccolo aereo inquina cinque o sei volte più di un’auto e oltre venti volte più di un treno.
Accessi difficili per chi arriva
Prima di parlare di voli, sarebbe più saggio rendere più semplice e fluido l’ingresso in città per chi usa i mezzi collettivi. I parcheggi scambiatori restano saturi, i flussi turistici mal gestiti, e chi arriva a Siena deve ancora fare i conti con un sistema di trasporto frammentario.
Sono stato sindaco di Siena e il piano della mobilità lo abbiamo fatto, con l’architetto Bernardo Secchi.
Era un piano moderno, che metteva insieme trasporto pubblico, parcheggi, percorsi pedonali e ciclabilità, con una visione di lungo periodo per la città.
Ma negli anni successivi i piani che sono stati prodotti non sono stati all’altezza dei problemi che nel frattempo crescevano, compreso l’ultimo del periodo De Mossi, e non hanno saputo dare una risposta organica alle nuove esigenze di traffico, pendolarismo e turismo.
Il piazzale della stazione e la verità
Tucci usa la vicenda del piazzale della stazione per un attacco personale. È bene ricordare che quel piazzale non fu realizzato dalla mia amministrazione, che il progetto originale venne modificato da chi venne dopo, e che lo stesso architetto Paolo Sartogo contestò duramente la soluzione finale. Ridurre tutto a una polemica personale serve solo a nascondere il vero problema: Siena non ha mai avuto un piano organico della mobilità.
Le vere priorità
Oggi la priorità dovrebbe essere scriverlo, quel piano. Mettere in fila ciò che serve davvero: collegamenti urbani efficienti, navette e mezzi elettrici che funzionino, integrazione dei parcheggi scambiatori, soluzioni per pendolari, studenti, lavoratori e turisti.
Solo quando questi bisogni di base saranno soddisfatti si potrà discutere di un aeroporto.
Fino ad allora, parlare di voli d’élite è un lusso che Siena non può permettersi.
La conclusione che ripeto da tempo
Lo dico da tempo e lo ripeto: l’aeroporto di Ampugnano, se non viene inserito dentro un vero piano della mobilità generale con tutte le garanzie del caso, non funziona. Così com’è serve solo a qualche piccolo interesse di parte, non alla città e ai suoi cittadini.