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23 Settembre 2025Unicredit lascia Generali: il riassetto del salotto buono dopo l’operazione Mps–Mediobanca
La decisione di Unicredit di ridurre quasi a zero la propria quota in Generali segna un passaggio chiave nella trasformazione del sistema finanziario italiano. Andrea Orcel, amministratore delegato della banca di Piazza Gae Aulenti, ha scelto di monetizzare la partecipazione nel Leone di Trieste proprio mentre il titolo è ai massimi e l’agenzia Fitch ne ha alzato il rating ad A+. Una mossa che libera capitale, aumenta la flessibilità per distribuire dividendi e riacquistare azioni proprie, sostenendo così il valore in Borsa e premiando gli azionisti.
L’operazione si intreccia inevitabilmente con il terremoto provocato dall’Opas di Mps su Mediobanca. Con l’86,3% delle azioni in mano, Siena ha di fatto preso il controllo di Piazzetta Cuccia e ora dovrà decidere se procedere al delisting o spingere verso una fusione vera e propria. La concentrazione di potere che ne deriva è significativa: Mediobanca resta azionista di peso di Generali (13,1%), ma il baricentro si sposta verso Mps, con il rischio di ridurre il pluralismo e la competizione nel sistema.
Per Orcel, questo scenario rappresenta più un vincolo che un’opportunità. Uscendo da Generali, Unicredit si colloca in posizione neutrale rispetto alle mosse del governo e dei grandi soci privati (Caltagirone, Delfin, casse previdenziali), evitando di essere trascinata in una partita di sistema che oggi appare concentrata nelle mani di pochi attori. L’obiettivo è restare indipendente e continuare a lavorare alla propria strategia paneuropea, puntando su mercati ad alta redditività e sul rafforzamento del corporate & investment banking.
Il risultato è un nuovo equilibrio ancora da testare: un polo Mps–Mediobanca–Generali che accresce la dimensione di Siena ma solleva interrogativi sulla governance e sulla capacità di mantenere un mercato competitivo. Per Unicredit, la scelta di sganciarsi potrebbe rivelarsi lungimirante se il nuovo assetto dovesse accentuare rischi di eccessiva concentrazione o di ingerenza politica.