
Notizie nazionali e internazionali. 27 settembre 2025
27 Settembre 2025COSA POSSO FARE IO PER GAZA
27 Settembre 2025Intervista esclusiva Il musicista inglese, storico componente dei Pink Floyd, interviene sulla Palestina, sulla Flotilla e sulla fase politica che stiamo attraversando
Il suo ultimo tour «This is not a drill» è forse la sintesi più alta e senza compromessi della sua creatività artistica e del suo impegno politico. Un concerto in cui l’estasi musicale accompagna il bombardamento visivo di immagini di denuncia sociale e di resistenza al capitalismo e al fascismo. «Se siete fra quelli che amano i Pink Floyd, ma non sopportano le prese di posizione politiche di Roger, potete andarvene a fanculo al bar», questo l’annuncio ad inizio concerto. Roger Waters ha la libertà di mirare al cuore, senza fronzoli. Da anni in prima fila per il sostegno al popolo palestinese, ha portato la guerra nei suoi show mostrando il video «collateral murder» nel mondo. Waters, da intellettuale, ha scelto di esporsi e prendere posizione. Dall’impegno nella campagna per la liberazione di Assange, al supporto delle comunità native contro l’oleodotto in Dakota, fino all’appello per la riapertura dell’ospedale calabrese di Cariati raccolto nel film sulla sanità pubblica C’era una volta in Italia di Greco e Melchiorre.
La Global Sumud Flotilla ha iniziato la navigazione verso Gaza per consegnare aiuti umanitari. Diverse barche sono già state attaccate da droni probabilmente israeliani. Cosa accadrà?
È molto improbabile che una qualsiasi delle imbarcazioni della flotilla riesca a consegnare cibo, latte per neonati e medicinali a Gaza, perché gli israeliani le intercetteranno tutte. Potrebbero anche uccidere qualcuno. Sai, non è accaduto nulla quando le forze speciali israeliane hanno ucciso tutte quelle persone sulla Mavi Marmara, la nave della Freedom Flotilla nel 2010. Probabilmente arresteranno tutti. Se fossero migliaia di imbarcazioni forse potrebbero riuscire a mettere in difficoltà Israele che in realtà è un paese molto piccolo. Non c’è modo di sapere cosa accadrà ma applaudo alla flotilla con tutto il cuore.
L’impatto mediatico di questa iniziativa sull’opinione pubblica è più importante della missione in sé?
Ogni giorno rimango sbalordito dal fatto che i nostri governi non abbiano fermato questo genocidio. Uno degli aspetti interessanti dello scenario che si è sviluppato negli ultimi 77 anni, è che ci sia voluto così tanto tempo prima che la gente anche solo pensasse a porre fine a tutto questo. Le ragioni sono complesse. Il modello che gli israeliani stanno usando per commettere un genocidio contro il popolo palestinese lo hanno inventato gli europei quando hanno scoperto come attraversare il mondo con grandi navi alla ricerca di pezzi di terra da rubare e di indigeni da uccidere e saccheggiare. Questo è esattamente ciò che sta facendo Israele in Palestina, ma è ciò che tutti i paesi potenti d’Europa fanno da centinaia di anni. Noi, per lo più europei bianchi, fingevamo che fosse giusto. Ciò che potrebbe essere una novità, e per questo la flotilla è importante, è che noi gente comune in tutto il mondo, il sud del mondo, stiamo iniziando a sviluppare una voce. Noi, le persone che sono sempre state vittime del colonialismo e dell’imperialismo, stiamo iniziando a parlare con i nostri cuori e le nostre menti. E la voce della ragione sta iniziando a farsi un po’ più forte. Sempre più persone stanno iniziando a dire: ‘ci preoccupiamo dei nostri fratelli e sorelle’ e in questo caso specifico, ovviamente, della difficile situazione in Palestina. Un popolo antico che ha vissuto in quella terra per migliaia di anni e che ora viene massacrato perché qualcun altro vuole la sua terra, i suoi ulivi, la sua acqua, il suo cielo. Per quanto tragico sia dover vivere questi tempi e convivere con così tanto dolore e agonia, potrebbe essere l’opportunità che la gente comune di tutto il mondo aspettava per prendere posizione contro queste manifestazioni di avidità fasciste, naziste – o come volete chiamarle – imperialiste, disumane, degradanti e disgustose, che stiamo osservando.
Il report di Albanese «Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio» in qualche modo è entrato nella tua ultima ballata, «Sumud», che hai dedicato al popolo palestinese. Anche nella tua canzone sono citate alcune aziende che stanno traendo profitti dal genocidio, come Palantir, Lockheed, Chevron e Exxon. È questo l’aspetto di cui prendere coscienza?
Gran parte della forza distruttiva della civiltà occidentale è generata dall’avidità e dalla convinzione filosofica che l’avidità sia una cosa positiva. È come l’idea economica neoliberista secondo cui il libero mercato in qualche modo ci rende liberi. Non lo fa, incoraggia la schiavitù salariale. L’unica cosa che interessa è il margine di profitto e c’è molto profitto in guerra. Come scrisse Butler nel suo opuscolo nel 1935: la guerra è un racket e da essa si possono ricavare enormi fortune. Questo è uno dei fattori, se non quello determinante, del perché viviamo in uno stato di guerra perpetua. La guerra è un ottimo modo per rubare soldi ai poveri e darli ai ricchi. È una sorta di meccanismo: tassi i poveri, o semplicemente li derubi, e dai i soldi ai ricchi. Ecco perché alla fine ci sono persone come Bezos, Musk, Zuckerberg e gli altri oligarchi che valgono centinaia di miliardi di dollari, mentre c’è gente che muore di fame, a volte a causa delle guerre create da persone così avide da non preoccuparsi delle carestie o di altre cose simili. Tutto ciò che gli interessa è riempirsi le tasche. E il loro sistema di propaganda è così potente che riescono a persuadere la gente comune che non è ricca, che non fa parte dell’oligarchia, che non guadagna soldi dalla guerra, che è un buon sistema e che dovrebbe essere sostenuto. Viviamo in tempi molto difficili e grazie al cielo abbiamo persone come Francesca Albanese che lottano per noi.

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È vero, penso a tutte quelle persone arrestate a Londra, sedute in piazza tranquillamente, con i loro fogli di carta e le loro matite, a scrivere sostengo Palestine Action. Tutte in prigione! Questi manifestanti non violenti sono stati considerati un’organizzazione terroristica per aver imbrattato di vernice rossa gli uffici della Elbit Systems (azienda israeliana attiva nello sviluppo di tecnologie per il settore della difesa ndr). Fammelo ribadire: ‘Io sostengo Palestine Action’. Se tornassi in Inghilterra, cosa che farò, sarò passibile di 14 anni di carcere per aver detto questo. Ovviamente quello che stanno facendo è folle ma è così che esercitano il potere. Non so esattamente chi sia a finanziare Starmer, ma qualcuno lo fa per fargli vomitare tutte le stronzate e le bugie che lui e gli altri raccontano. Viviamo in tempi bui, ma ogni mattina quando ci alziamo siamo spinti dall’idea che dobbiamo salvare la Palestina. Questo è un punto di svolta.
È il momento in cui dobbiamo dire ‘nada mas’, ‘no’, ‘ora basta’. Possiamo farlo solo organizzando in massa i lavoratori di tutto il mondo. E stanno iniziando a farlo nei cantieri navali, sui treni, nelle strade e in altri luoghi in molti paesi. I minatori in Perù e Bolivia hanno bloccato i loro paesi fino a paralizzarli, perché i nuovi governi nazisti hanno deciso di consegnare i rispettivi paesi alle multinazionali americane per spartirseli tra Bezos, Musk o chiunque altro a cui daranno i soldi dopo averli rubati alle persone a cui quelle terre appartengono. I minatori stanno bloccando le strade e stanno resistendo. Questo si trasformerà in una battaglia sanguinosa. Ora stanno mandando delle cannoniere nel Sud dei Caraibi per minacciare il Venezuela, un paese sovrano. Perché? Perché è socialista! C’è una battaglia in corso tra la rivoluzione bolivariana in America Latina, che significa potere al popolo, e gli altri: le Boluarte e i Bolsonaro. Vogliono riempirsi le tasche proprio come gli americani predicano, ovunque, senza vergogna. Guardate come funziona alla grande in America. Ricaviamo profitti persino dalle prigioni e ne siamo orgogliosi. È geniale.
Perché pensi che ci siano più carcerati negli Stati Uniti che in qualsiasi altro paese al mondo? Perché ci sono soldi in ballo. Fondamentalmente non hanno mai abolito la schiavitù: i criminali devono lavorare gratis. Si può fare profitto quasi con tutto e se si riesce a farlo allora si sta costruendo un grande paese dove i ricchi diventano più ricchi e i poveri più poveri. Le persone poi si uccidono a vicenda. Puoi procurarti un’arma ovunque e andare a sparare a qualcuno se vuoi. È meraviglioso. È ciò che chiamiamo libertà. Sventolano la bandiera e dicono che tutti gli altri, tutti i popoli con cui siamo in guerra, sono inferiori. Sono terroristi, tutti quanti.
Nei mesi scorsi gruppi di soldati dell’Idf hanno trascorso le vacanze in alcuni resort in Italia. Sembra avessero bisogno di una pausa di decompressione. Lo sapevi?
Oh, poveri cuccioli. In realtà dovrebbero stare in qualche kibbutz a imparare a lavorare la terra, a vivere insieme e a collaborare. Ma bisogna insegnargli di chi è quella terra. Questi soldati dovrebbero essere aiutati e stare negli ospedali psichiatrici. Non dovrebbero essere ospitati per rilassarsi in paesi come l’Italia. Non vogliamo i soldati dell’IDF distesi sulle spiagge, che si riposano un po’ prima di tornare a massacrare i nostri fratelli e sorelle. Tutti i nostri governi, a parte forse quello spagnolo, sono complici del genocidio e lo sostengono al 100%. Il Regno Unito, il mio paese, sostiene il genocidio ma non il popolo. Questo è vero negli Usa e probabilmente vale anche in Italia. Probabilmente è vero ovunque che il popolo non sostiene il genocidio, ma i governi sì.
Da sempre porti il tuo impegno politico nella musica e nei concerti. Sostieni il movimento Bds e recentemente hai firmato l’appello di Venice4Palestine. Gli artisti hanno una responsabilità?
Per molte persone del mio settore è scomodo parlare di responsabilità umana o sociale ma ce ne sono anche molte che lo fanno, penso al mio amico Brian Eno. Anni fa ho avuto una discussione con Dionne Warwick che mi ha attaccato sui giornali dicendo che avevo cercato di intimidirla per impedirle di esibirsi in Israele. Non era vero. Le ho detto: «Il popolo palestinese ti ha chiesto di boicottare Israele perché sta commettendo una pulizia etnica e tu stai dicendo di no? Puoi mostrare empatia per i tuoi fratelli e sorelle in Palestina? Immagina se quando avevi 8 anni e vivevi con i tuoi genitori un tizio armato in uniforme avesse bussato alla tua porta per dirvi di andarvene a vivere in Canada perché avrebbero preso la vostra casa. Gli avresti risposto: no, siamo americani. ‘No ora non più’ ti dicono. Tuo padre scende le scale e il tizio lo uccide davanti a te e ti dice: ‘Avete 2 minuti per andare via, prendi tua madre e tuoi fratelli e andate in Canada ora’. Se ti fosse successo come ti sentiresti? È ciò che migliaia di palestinesi stanno vivendo e tu vuoi andare a cantare per le persone che stanno facendo tutto questo? Nick Cave mi ha definito ‘vergognoso e codardo’ perché gli ho detto di non andare a suonare in Israele.
È successo 15 anni fa ma non l’ho dimenticato. Quando si tratta di confrontarsi non solo con il governo israeliano, ma con la lobby israeliana nei vari paesi, c’è un prezzo da pagare. Avrei dovuto fare il mio spettacolo The Wall, una nuova produzione, alla Sphere di Las Vegas tra un paio d’anni. Ho investito molti soldi perché ho pensato che sarebbe stato fantastico ma la lobby israeliana l’ha cancellato. Hanno convinto il proprietario della Sphere a non farmi suonare. È incredibile quanto sia vasta la loro influenza. A volte si paga un prezzo per l’empatia ma mio Dio, cosa si ottiene in cambio. Non sono in grado di spiegare la sensazione positiva di provare quell’amore nel preoccuparti per gli altri e per la loro situazione difficile, ma anche per la verità. A proposito di verità voglio leggerti una cosa. Questo è il prologo del mio memoir a cui sto lavorando: Mi sono svegliato da un sogno su un futuro post-apocalittico in cui le canzoni e le storie stavano per diventare più preziose. Avevamo ancora qualche residuo di vecchia tecnologia, qualche strana serratura, ricordi di gusci di vecchi sentimenti appesi a brandelli di lacci consumati intorno alla gola. Cosa era rimasto? Qualcosa? E cosa resta in questa luminosa mattina a Bridgehampton nello scintillio dello stagno, oltre alla prima tazza di caffè? È evidente, grazie a Dio. Non che Dio esista. Questa verità, quella verità è l’amore. È solo dicendo la verità e agendo di conseguenza che possiamo esprimere il nostro amore per i nostri fratelli e sorelle.
Assistiamo, per la prima volta nella storia, ad un genocidio in diretta. Come si fa a non cedere completamente alla rabbia e alla frustrazione?
La mia regola è fare almeno una cosa al giorno. Se ora non stessi parlando con te starei facendo qualcos’altro. Parteciperò ad una manifestazione all’esterno dell’Onu per chiedere l’invio dei caschi blu a Gaza. Sto lavorando con un artista palestinese ad una nuova versione di Comfortably Numb con alcune parole nuove e con metà del testo in arabo. Una sorta di duetto. Il mio telefono squilla in continuazione e io rispondo. Leggo centinaia di mail ogni giorno, molti chiedono dei soldi e io glieli do. Sono stato così fortunato, non ho mai avuto un vero lavoro. Scrivo solo canzoni e suono musica. Ho avuto molto successo, ho guadagnato bene e mi sono divertito molto. Questo mi ha aiutato ad acquisire la libertà di esprimere i miei sentimenti. Faccio quello che posso ma ogni tanto devo staccare la spina altrimenti impazzirei. Devo arrendermi alla vista di bambini che muoiono di fame perché è insopportabile. Non posso mettermi un fucile in spalla, nuotare fino in Palestina e iniziare a sparare ai soldati dell’Idf ma faccio tutto ciò che posso per incoraggiare pubblicamente i nostri governi a fare la cosa giusta. Al momento, i nostri governi in Italia, in Inghilterra e negli USA stanno supportando il genocidio con entusiasmo. Ne vanno piuttosto fieri. Come riescano a conciliare questo con l’essere degli esseri umani? Non ne ho idea. Non voglio lavorare in un manicomio con persone come Trump o Starmer cercando di farli tornare sani di mente. Mi piacerebbe rinchiuderli perché rappresentano un terribile pericolo per il resto di noi esseri umani.
Al termine dell’intervista Waters ha lanciato un messaggio direttamente alla flotilla:
«Il grande vantaggio che voi della flotilla avete rispetto all’Idf e all’intero stato di Israele, ed è un vantaggio enorme soprattutto perché in questo momento vi trovate in alto mare, è che avete una bussola morale da seguire. Vi sta guidando nella giusta direzione, siete un esempio per tutti noi. Io sto seguendo la vostra stessa bussola morale e miliardi di persone in tutto il mondo pensano che quello che state facendo sia grandioso. Dobbiamo però cambiare la rotta della nave dello stato perché sta navigando verso gli scogli. Non è solo lo stato di re Trump o quello di Starmer. È il nostro stato che stanno spingendo verso gli scogli perché non hanno una bussola morale. Non credono nell’amore e nella verità. Noi sì».