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3 Agosto 20221934-2022 Curatore delle opere del maestro, lo aveva difeso dalle accuse di antisemitismo dopo l’uscita dei «Quaderni neri»
Si è spento ieri a Friburgo, in Germania, dopo un breve ricovero in clinica, Friedrich-Wilhelm von Herrmann, professore emerito di Filosofia presso l’ateneo di quella città e ultimo assistente privato di Martin Heidegger (1889-1976). Dal 1972 fino alla morte del maestro, von Herrmann, che era nato nel 1934 e avrebbe compiuto 88 anni in ottobre, era rimasto al fianco dell’autore di Essere e tempo, che è considerato uno dei maggiori pensatori del Novecento. In precedenza aveva coadiuvato un altro nome illustre della filosofia tedesca, Eugen Fink.
Designato da Heidegger, come principale responsabile scientifico della pubblicazione delle sue Opere complete (un vasto lavoro cominciato nel 1975 e ancora in corso), von Hermann aveva affrontato l’impegno con estrema cura, dedicando le sue energie al riordino degli scritti del maestro. E si era poi speso anche in termini polemici quando dai Quaderni neri di Heidegger, i taccuini filosofici rimasti a lungo inediti e pubblicati solo a partire dal 2014, molto tempo dopo la scomparsa del pensatore, erano emerse tracce di convinzioni antisemite.
Al contrario di personalità autorevoli come Donatella Di Cesare e Peter Trawny (quest’ultimo curatore del Quaderni neri), von Hermann era convinto che Heidegger, nonostante alcune sue compromissioni con il Terzo Reich, non nutrisse sentimenti antisemiti e che le espressioni incriminate contenute nei suoi taccuini fossero state fraintese o addirittura strumentalizzate.
Su questo tema Herrmann aveva pubblicato un libro insieme a Francesco Alfieri, professore di Fenomenologia della religione presso la Pontificia Università Lateranense. Il volume, intitolato Martin Heidegger. La verità sui Quaderni neri (Morcelliana, 2016), è stato tradotto in cinque lingue.
In seguito Von Hermann, sempre in collaborazione con Alfieri, aveva lavorato sul rapporto tra il pensiero di Heidegger e quello di Emanuele Severino e aveva curato il Carteggio 1930-1949 tra lo stesso Heidegger e suo fratello Fritz (Morcelliana, 2018).