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“Basta varianti ‘a richiesta’. Serve moratoria di 12 mesi e piano organico”
Siena, [data] – Il Movimento Per Siena lancia un allarme sulla pianificazione urbanistica comunale: l’ennesima variante per l’area di San Francesco si aggiunge a un elenco di oltre dieci varianti approvate dal 2021, un numero che segnala non vitalità ma disordine pianificatorio.
“Dieci varianti in quattro anni – osserva il Movimento – non sono segno di capacità di adattamento, ma dimostrazione che il Piano Operativo è nato senza una visione strategica. Quando le regole vengono modificate di continuo, la città perde stabilità e capacità di progettare il proprio futuro.”
L’elenco delle varianti è eloquente: Via Nino Bixio e l’Ex Telecom (dicembre 2022), la normativa generale e l’Istituto Santa Teresa (novembre 2023), il Policlinico Le Scotte, ARS Marmi e Parco Scientifico Tecnologico, Via Garibaldi, Achille Sclavo, Via Bracci e parcheggi (giugno 2025), Palascalvo, fino alla prossima su San Francesco. Una sequenza che non corrisponde a una pianificazione dinamica, ma a un susseguirsi di interventi parziali e scollegati.
Il Movimento sottolinea la responsabilità politica: l’assessore all’Urbanistica, avv. Capitani, è in carica dal 2021, dunque non può attribuire a gestioni precedenti il continuo ricorso a varianti. “Quattro anni sono più che sufficienti per costruire un piano coerente – continua il Movimento – ma si è preferito governare l’urbanistica a colpi di deroghe, inseguendo richieste private anziché disegnare un progetto per la città.”
Questo approccio produce conseguenze concrete:
•Perdita di coerenza territoriale – Interventi puntuali e disomogenei generano discontinuità urbane e conflitti d’uso.
•Incertezza per cittadini e imprese – Regole mutevoli scoraggiano investimenti e scelte di residenza stabili.
•Spreco di risorse pubbliche – Ogni variante richiede istruttorie, atti e passaggi procedurali che gravano sulla collettività.
•Esclusione dalla partecipazione – Processi frammentati e poco trasparenti impediscono ai cittadini di seguire e valutare le scelte in tempo utile.
Il Movimento evidenzia che il problema non è la variante in sé – strumento legittimo e utile quando serve ad aggiornare la pianificazione – ma l’uso sistematico e caotico che se ne fa a Siena, in assenza di una strategia complessiva. In altre città toscane esistono modelli più virtuosi: Prato pubblica online una “bacheca” delle varianti con atti e stato di avanzamento, rendendo ogni trasformazione tracciabile; Arezzo mantiene un elenco cronologico e documentato di ciascun procedimento, dal primo atto alla pubblicazione sul BURT; Pisa organizza le varianti per anno e tipologia, offrendo un quadro storico consultabile da cittadini e professionisti. Questi strumenti garantiscono trasparenza, monitoraggio e coerenza di lungo periodo, mentre a Siena le scelte appaiono improvvisate e scollegate.
Il Movimento Per Siena propone un cambio di paradigma: sospendere le varianti per almeno dodici mesi, riscrivere in modo organico il Piano Operativo, istituire un percorso di partecipazione strutturato che coinvolga cittadini, associazioni e ordini professionali, pubblicare preventivamente le proposte private prima dell’avvio dell’iter e introdurre una valutazione strategica ambientale sugli effetti cumulativi delle trasformazioni.
“Siena merita una pianificazione all’altezza della sua storia e del suo futuro – conclude il Movimento –. Non è accettabile che una città Patrimonio UNESCO sia governata dall’urbanistica del ‘caso per caso’. Serve restituire alla comunità un progetto chiaro, trasparente e condiviso, capace di unire sviluppo, tutela e qualità urbana.”
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Dati comparativi
•Siena: oltre 10 varianti dal 2021 ad oggi
•Lucca: 1 variante numerata nel 2025, per correzioni puntuali
•Prato: 2 varianti 2023–2025, con “bacheca” online e tracciabilità pubblica