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25 Ottobre 2025Dal grande evento alla “scelta strategica”: cosa è successo alla mostra sul Vecchietta al Santa Maria della Scala
Siena – Una mostra internazionale che doveva riunire per la prima volta tutte le opere dell’artista si è trasformata in un riallestimento permanente. Ma la narrazione ufficiale nasconde probabilmente ben altre difficoltà.
Quando a giugno 2024 Cristiano Leone, presidente della Fondazione Santa Maria della Scala, aveva annunciato il programma culturale per il biennio successivo, l’ambizione era chiara. Tra i progetti di punta figurava “una grande mostra, la prima mai realizzata, sul pittore, scultore, architetto e orefice Lorenzo di Pietro, noto come Il Vecchietta”[1], prevista per la primavera 2025 (poi spostata all’autunno).
◆ L’ambizione: riunire tutte le opere per la prima volta
Il progetto era di grande respiro. La mostra doveva “connettere il museo ad altre istituzioni culturali che custodiscono diverse opere dell’artista dentro e fuori i confini della città”, coinvolgendo un comitato promotore che includeva Comune di Siena, Archivio di Stato, Pinacoteca Nazionale, Palazzo Chigi Zondadari, Museo Diocesano, Opera del Duomo e Circolo degli Uniti[2].
L’esposizione, curata da Giulio Dalvit della Frick Collection di New York, sarebbe stata “un complemento fondamentale alla mostra sulla bronzistica senese del Quattrocento” prevista alla Frick per fine 2026[3]. Un’operazione con ambizioni internazionali, insomma.
La mostra era annunciata per svolgersi “da ottobre 2025 a febbraio 2026 presso il VI livello di Palazzo Squarcialupi e il Complesso Museale di Santa Maria della Scala”[4], con l’obiettivo di riunire opere oggi disperse in varie istituzioni cittadine. Come riportato da RadioSienaTv a febbraio 2025, “il progetto di mostra si propone di riunire per la prima volta tutte le opere del Vecchietta originariamente realizzate per lo Spedale di Santa Maria della Scala, custodite oggi presso diverse istituzioni cittadine quali l’Opera della Metropolitana, la Pinacoteca Nazionale e l’Archivio di Stato”[5].
◆ Settembre 2025: cambia tutto
Ma qualcosa cambia strada facendo. A settembre 2025, a un mese dall’apertura prevista, Leone presenta una nuova visione. “Io sono sempre per un criterio di sostenibilità nell’arte”, racconta al Corriere di Siena. “Quindi mi sono detto, perché non rivalorizziamo il piano monumentale, che è il piano nel quale tra l’altro si trovano i capolavori del Vecchietta”[6].
Il riferimento è al finanziamento ministeriale di oltre 1 milione di euro appena ottenuto. Risorse che Leone descrive come destinate “non a progetti effimeri”, ma a “elementi che costituiscono l’elemento identitario del Santa Maria”. Non più “soltanto una grande mostra evento”, dunque[7].
◆ Il 25 ottobre si inaugura tutt’altro
Il 25 ottobre 2025, ciò che viene inaugurato è tutt’altra cosa rispetto al progetto originale. Niente prestiti da altre istituzioni, niente opere riunite per la prima volta. Solo un riallestimento degli spazi esistenti del museo.
Leone spiega la scelta con queste parole: “Non vogliamo utilizzare i fondi per mostre temporanee che poi svaniscono e non lasciano tracce. La mostra sul Vecchietta è un’installazione permanente che ripensa, attraverso lo sguardo posto sull’artista, gli spazi identitari del Santa Maria della Scala: l’antica sagrestia, il pellegrinaio e altri ambienti fondamentali”[8].
La narrazione ufficiale è quella di una scelta consapevole: “Abbiamo deciso di puntare tutto sulla permanenza. Non mostre temporanee destinate a scomparire, ma un’installazione permanente”[9].
◆ Nuove luci e via il tappeto di cocco
Cosa prevede concretamente questo “nuovo allestimento”? Il Pellegrinaio è stato “sgombrato da allestimenti invadenti”, la Sagrestia Vecchia “ritrova la sua funzione di reliquiario architettonico”, l’Arliquiera (l’armadio ligneo del 1445) torna nella sua collocazione originaria, e il Cristo bronzeo del 1476 “grazie a una nuova struttura architettonica sarà per la prima volta osservabile da vicino”[10].
L’intervento comprende “un nuovo impianto luminotecnico, il riallestimento di ambienti chiave e il recupero della pavimentazione storica”[11], con la rimozione del vecchio tappeto in cocco. Lavori importanti, certo, ma che riguardano esclusivamente opere già presenti nel museo.
◆ Il rischio: tutto il museo per un solo artista?
Il punto debilitante di questa operazione emerge proprio dalla sua natura. Una mostra temporanea monografica sul Vecchietta avrebbe avuto perfettamente senso: concentrarsi su un singolo artista, riunire opere disperse, creare un evento. È esattamente ciò che le mostre temporanee devono fare.
Ma un riallestimento permanente di un complesso museale come il Santa Maria della Scala richiede una sensibilità curatoriale completamente diversa. Il museo non è “solo Vecchietta”: per secoli vi hanno lavorato numerosi artisti – Domenico di Bartolo, Priamo della Quercia e altri maestri hanno contribuito al ciclo del Pellegrinaio[12]. L’ospedale ha una storia millenaria che va ben oltre un singolo artista, per quanto importante.
Trasformare l’intero piano monumentale in una sorta di “museo del Vecchietta” rischia di creare uno squilibrio narrativo, una gerarchizzazione eccessiva che sacrifica la complessità storica del luogo sull’altare di un’unica figura.
◆ “Spero che i senesi comprendano”
Che qualcosa non convincesse del tutto emerge da alcuni dettagli. Il sindaco Nicoletta Fabio, all’inaugurazione, ha sentito il bisogno di dire: “Spero che i senesi comprendano lo sforzo dietro questa iniziativa”[13] – una frase che suona più come una difesa preventiva che come una celebrazione.
◆ Cosa è successo davvero? Le ipotesi
Perché questo cambiamento così radicale? Le ragioni ufficiali parlano di “sostenibilità” e di voler creare “qualcosa che duri nel tempo”. Ma è davvero questa la storia completa? Altre ipotesi appaiono altrettanto plausibili:
Difficoltà nei prestiti? Ottenere opere da Opera del Duomo, Pinacoteca Nazionale e altri enti senesi potrebbe essersi rivelato più complesso del previsto?
Problemi di budget? Organizzare una mostra internazionale con catalogo scientifico, assicurazioni, trasporti, allestimenti temporanei costa molto più di un riallestimento. I fondi del Ministero (1,1 milioni di euro) erano sufficienti per l’ambizioso progetto originale?
Questioni organizzative? La macchina burocratica per coordinare così tante istituzioni in tempi stretti potrebbe essersi inceppata?
Trasformare quello che potrebbe essere stato un fallimento organizzativo in una “scelta strategica di permanenza” è un classico della comunicazione istituzionale. Ma senza dichiarazioni ufficiali sui veri motivi del cambio di rotta, restano solo ipotesi.
◆ E adesso? Arriva il masterplan
Leone annuncia che nel 2026 verrà presentato “un masterplan complessivo del Santa Maria della Scala”, coordinato dallo storico dell’architettura Luca Molinari, “insieme a una mostra dedicata alla trasformazione dell’antico ospedale in museo”[14].
Si proseguirà “sulla strada della permanenza”, con “un potenziamento dell’illuminotecnica, un nuovo allestimento della Cappella del Manto e un riallestimento del passeggio”[15].
Resta da vedere se questo masterplan saprà restituire al complesso museale quella visione d’insieme che l’attuale riallestimento, troppo sbilanciato su un’unica figura, sembra aver sacrificato. E resta soprattutto da capire che fine abbia fatto davvero quella “prima mostra mai realizzata” sul Vecchietta che doveva segnare il rilancio internazionale del Santa Maria della Scala. Quanto è costata questa prima idea poi abbandonata? E perché nessuno ne parla più?
Nel frattempo, il nuovo allestimento è visitabile dal 25 ottobre fino al 29 marzo 2026[16], accompagnato dalla monografia di Dalvit, primo studio critico sull’artista dal 1937. Un risultato comunque significativo, anche se ben lontano dalle ambizioni iniziali.
Note
[1] Artribune, “Il programma di rilancio della Fondazione Santa Maria della Scala di Siena”, 12 giugno 2024
[2] Siena Free, “Santa Maria della Scala, presentata la programmazione 2024-2025”, 12 giugno 2024
[3] Art Bonus, “Vecchietta a Santa Maria della Scala | Una nuova visione per il Complesso Monumentale”
[4] Exibart, “Il nuovo ricco programma della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala di Siena”, 13 giugno 2024
[5] RadioSienaTv, “Grandi mostre ed eventi culturali, ecco il 2025 del Santa Maria della Scala”, 3 febbraio 2025
[6] Corriere di Siena, settembre 2025
[7] Ibidem
[8] Siena News, “Il Santa Maria della Scala compie il suo ‘rinascimento’ nella visione moderna e internazionale del Vecchietta”, 24 ottobre 2025
[9] Gazzetta di Siena, “Il Vecchietta torna protagonista a Siena, Fabio: ‘Spero che i senesi comprendano lo sforzo dietro questa iniziativa’”, 24 ottobre 2025
[10] ANSA, “A S.Maria Scala Siena mostra e nuovo allestimento sul Vecchietta”, 24 ottobre 2025
[11] Siena News, op. cit.
[12] Enciclopedia dell’arte medievale, riferimenti al ciclo del Pellegrinaio
[13] Gazzetta di Siena, op. cit.
[14] Gazzetta di Siena, op. cit.
[15] Siena News, op. cit.
[16] ANSA, op. cit.





