Con il 50.4 per cento delle preferenze, Zohran Mamdani è il nuovo sindaco di New York. Sarà il sindaco più giovane a guidare la città da oltre un secolo, ha solo 34 anni, e il primo musulmano nella storia della Grande mela a farlo. Lo sfidante principale nella campagna elettorale, Andrew Cuomo, si è fermato al 41.6 per cento dei voti, mentre il candidato Repubblicano Curtis Silwa a poco più del 7 per cento. L’Associated Press ha dato la notizia della sua vittoria appena 35 minuti dopo la chiusura dei seggi, un evidente segnale di come la sua campagna elettorale – iniziata con le primarie democratiche di giugno – abbia funzionato.
«Il sole potrebbe essere tramontato sulla nostra città stasera, ma come disse una volta Eugene Debs: “Vedo l’alba di un giorno migliore per l’umanità”»: sono le prime parole pronunciate da Zohran Mamdani dal suo quartier generale a Brooklyn dopo la vittoria.
«Il futuro è nelle nostre mani, abbiamo rovesciato una dinastia politica. Auguro a Cuomo solo il meglio nella vita privata. Ma che questa sia l’ultima volta che pronuncio il suo nome mentre voltiamo pagina», ha aggiunto. Infine ha anche rivolto un messaggio al presidente Donald Trump. «Se qualcuno può mostrare a una nazione tradita da Donald Trump come sconfiggerlo, quella è la città che lo ha fatto nascere», ha detto Mamdani. «Donald Trump, visto che so che stai guardando, ho quattro parole per te: alza il volume. New York rimarrà una città di immigrati, una città costruita dagli immigrati, alimentata dagli immigrati e, a partire da stasera, guidata da un immigrato».
La campagna elettorale e le minacce di Trump
Nel corso della campagna elettorale Mamdani ha promesso di ridurre il costo della vita, congelare gli affitti su gran parte del patrimonio abitativo, introdurre autobus e servizi per l’infanzia gratuiti e portare il salario minimo orario a 30 dollari, finanziando le misure con una tassazione più severa sui redditi elevati.
La piattaforma politica del sindaco neoeletto ha galvanizzato gli elettori giovani ma allarmato il mondo imprenditoriale, che ha riversato ingenti fondi a favore del suo principale avversario, l’ex governatore di New York Andrew Cuomo. Non solo, le sue dichiarazioni hanno anche attirato l’attenzione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha minacciato di tagliare i fondi federali in caso di vittoria di Mamdani.
Lo stesso Trump ha deciso di sostenere pubblicamente la candidatura dell’ex governatore Andrew Cuomo che questa volta correva come indipendente. Una scelta presa quando era oramai chiaro che il candidato repubblicano Curtis Sliwa non avrebbe avuto chance. Non è un caso, infatti, se dai primi risultati elettorali, Andrew M. Cuomo ha vinto la maggioranza dei distretti in cui i newyorkesi hanno votato per Trump alle elezioni presidenziali del 2024.
Il repubblicano si è congratulato con Mamdani per la vittoria e poi ha detto: «Se proverete a implementare il socialismo, se proverete a rendere la nostra polizia debole e impotente, se abbandonerete la sicurezza pubblica dei cittadini, diventeremo i peggiori nemici del sindaco eletto e dei suoi sostenitori».
Mamdani, invece, è stato appoggiato dai Socialisti democratici d’America da figure note come il senatore del Delaware Bernie Sanders e la deputata newyorkese Alexandria Ocasio-Cortez.
Gli altri risultati elettorali
Ma il voto di New York non è stato l’unico. Sullo sfondo c’erano le tornate elettorali anche di Virginia e New Jersey. E anche in Virginia è stata eletta la prima vicegovernatrice musulmana della storia. È la democratica Ghazala Hashmi, che segue quella della democratica Abigail Spanberger, a sua volta diventata la prima donna governatrice nella storia della Virginia. In New Jersey, invece, la vittoria è andata alla candidata democratica Mikie Sherrill, che ha battuto il repubblicano Jack Ciattarelli. I dem mantengono così la guida dello Stato con la prima governatrice donna. Due risultati che sono un successo per il partito dopo la dura sconfitta di Joe Biden rimediata lo scorso anno.






