
The Rolling Stones – Paint It, Black
15 Novembre 2025
Siena e la sfida dei centri storici: trasformare la crisi in occasione
15 Novembre 2025Una crisi abitativa quotidiana: la provincia di Siena di fronte al diritto negato alla casa
La crisi abitativa nella provincia di Siena non è un’emergenza improvvisa: è una condizione che da anni si consolida nel silenzio, segnata da migliaia di vite sospese tra affitti troppo alti, case inadeguate e graduatorie che scorrono lentamente. Famiglie, anziani soli, lavoratori precari e giovani che non riescono a lasciare la casa dei genitori compongono un quadro ormai strutturale, che incide sulla tenuta sociale di quartieri e comunità.
Il risultato è un territorio in cui la casa diventa uno dei principali fattori di disuguaglianza. “Il diritto alla casa viene calpestato quotidianamente”, afferma Andrea Quadri del Sunia. Una frase che riassume una realtà diffusa: quando mancano stabilità abitativa e prospettive, tutto il resto si indebolisce. Il rischio non è solo perdere un tetto, ma vedere compromessi lavoro, relazioni, progetti familiari e perfino la salute psicologica. La precarietà abitativa tende a trasformarsi in vulnerabilità duratura, e la vulnerabilità, se non affrontata, può diventare ereditaria.
In questo scenario, la narrazione che oppone proprietari esasperati e inquilini in difficoltà rischia di nascondere il vero nodo. Non si tratta di schierarsi, ma di riconoscere che le tensioni nascono soprattutto dall’assenza di politiche efficaci. Il conflitto tra categorie è un sintomo, non la causa. La causa è la carenza di un’azione pubblica capace di garantire un accesso equo all’alloggio e di governare il mercato.
La questione abitativa è dunque molto più di un problema sociale: è un indicatore della qualità democratica di un territorio. Dove trovare una casa dignitosa diventa un percorso a ostacoli, aumentano sfiducia, insicurezza e disparità. E senza una strategia comune – che integri interventi regionali, comunali e nazionali – queste fratture continueranno ad allargarsi.
Servono investimenti continui nel patrimonio pubblico, manutenzioni e nuove costruzioni, un rafforzamento dei contributi per la morosità incolpevole, strumenti che stabilizzino il mercato e una prevenzione reale degli sfratti. Misure che non rispondano solo all’emergenza, ma ricostruiscano una politica della casa capace di tutelare i più fragili e restituire coesione alle comunità.
Perché la casa non è un semplice bene: è la base che permette alle persone di vivere con dignità. Ignorare questa evidenza significa accettare che la disuguaglianza diventi una condizione stabile. E questo, per un territorio come quello senese, è un prezzo troppo alto.





