
PERCHÉ NON È DA UTOPISTI OPPORSI AL RIARMO EUROPEO
22 Novembre 2025
Nordio e quella tesi che riscrive la storia
22 Novembre 2025Non si può rifutare La violenta accelerazione verso l’accordo ha colto di sorpresa la Ue. E spazzato via ogni possibilità di intervenire sul sanguinoso pezzo di storia che si svolge sulla porta di casa
Ci sono brandelli d’Europa su ogni pagina di quel “piano in 28 punti” che dovrebbe mettere fine alla guerra in Ucraina. La violenta accelerazione verso l’accordo ha colto di sorpresa la Ue. E spazzato via ogni possibilità di intervenire sul sanguinoso pezzo di storia che si svolge sulla porta di casa.
Ma è la casa che non c’era. Considerare l’Europa un soggetto politico unitario è una mistificazione. Pretendere di negoziare alla pari con soggetti statali pienamente costituiti si è rivelata un’asimmetria ingestibile. Lo sarebbe stato anche se Usa e Russia non fossero, come invece sono, dotati in modo persino ipertrofico di tutte le prerogative statuali di autorità, indipendenza e potenza militare.
Dare la schiena a una costruzione politica condivisa ci è successo molti anni fa, moltiplicare le tentazioni di un’Europa delle nazioni ha fatto il resto. Nessuna nobile volontà è riuscita a spingerci a cedere sovranità nazionale in nome di un’idea comune e di una voce sola per esprimerla, nessun cataclisma è riuscito a obbligarci a farlo. Non l’emergenza planetaria del covid che pure ci ha fatto derogare dal rigore finanziario a cui ci siamo spesso impiccati da soli. Non una guerra fuori dall’uscio, che ci ha fatto infrangere ogni confine bellico che ci eravamo imposti (siamo partiti da “solo armi difensive” e siamo arrivati ai cacciabombardieri e alle armi a lungo raggio, ogni volta travolgendo il limite precedente) e poi aprire la corsa a una difesa comune che di comune non ha nulla, a un riarmo europeo che in realtà è il riarmo competitivo di singole nazioni europee. Oggi l’Europa è Rheinmetall e Leonardo più l’elettrificazione. E siamo subappaltatori della nostra stessa sicurezza per conto degli Stati uniti, come siamo stati per l’intero secondo dopoguerra – era un problema, non è stato mai affrontato, ora arriva il conto.
Abitando tutti quanti in una casa comune che non c’era, nel frattempo abbiamo meticolosamente aggredito ogni terreno materiale su cui costruirla davvero, dai diritti democratici alla tutela ambientale del pianeta, picconando qua e là come se non ci fosse un domani. Ma il domani è arrivato, in un piano di 28 punti che ci dice: gli europei sono superflui.
L’uscita dal ”gorgo in cui fummo travolti” sarebbe la fine di un conflitto sanguinoso, ed è una buona notizia. Una pessima pace (se arriva) è meglio di ogni ottima guerra, ed è un’altra buona notizia. In Ucraina l’Europa giocava una partita esistenziale, e questa invece è una brutta notizia.





