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Uno, nessuno, centomila. O almeno quattro. Non è un dramma di Pirandello ma i palazzi fra cui Putin si divide nella sua vita da presidente. Quello dove passa minor tempo, e sembra quasi un paradosso, è il Cremlino. Qui lo zar si fa vedere lo stretto necessario, sempre a favore di camera, in occasione di visite ufficiali o riunioni di alto livello dove vengono prese decisioni critiche, come il Consiglio di sicurezza, che presiede. Per il resto, i suoi spostamenti sono frequenti e complicati, in un misto di sicurezza e paranoia che si è accentuato dall’inizio della pandemia di Covid-19.
Apparentemente, Putin sembra sempre nello stesso posto, davanti allo stesso computer da cui parla con i leader di mezzo mondo e tiene le redini di un Paese dall’estensione sterminata. Ma quell’ufficio è ripetuto in modo pressoché identico nelle quattro residenze presidenziali (quelle almeno di cui si ha conoscenza) da cui lo zar amministra la Federazione Russa. Ma anche la copia migliore ha le sue imprecisioni e quindi un team di giornalisti di inchiesta si è messo a controllare le poche inquadrature a disposizione per capire da dove Putin parli alla nazione facendo finta di essere al Cremlino. La residenza ufficiale, quella più importante dal punto di vista istituzionale, è nei sobborghi di Mosca, a Novo-Ogaryovo. Questa è la tenuta dove Putin vive ufficialmente e dove riceve una selezionatissima serie di ospiti, il più delle volte in forma privata (per quella ufficiale c’è il Cremlino). Sulla carta, tutte le “call”, i collegamenti con il mondo esterno, le interviste, i videomessaggi e chi più ne ha più ne metta, avvengono qui. La posizione di una porta e di una maniglia, però, portano altrove, per la precisione a 1.500 chilometri più a sud, Bocharov Ruchei, una residenza statale a Sochi, sulla costa del Mar Nero, da non confondersi con il famoso “Palazzo di Putin” denunciato da Navalny prima di morire e che avrebbe 350 milioni di dollari. Si trova sempre nella stessa zona, per le autorità del Cremlino ufficialmente non esiste, ma non si può escludere che ogni tanto Putin trasmetta anche da lì. Spazio ne ha di sicuro. L’uso di Bocharov Ruchei da parte dei dirigenti del Cremlino risale almeno a Nikita Krusciov, leader sovietico dal 1953 al 1964, e al suo successore Leonid Breznev. Un edificio dove si tenevano le riunioni, costruito negli anni Cinquanta, fu in seguito demolito e sostituito da una nuova struttura realizzata in vista delle Olimpiadi invernali di Sochi del 2014 e che doveva celebrare la potenza del nuovo zar. Molto amato da Putin fino all’inizio della guerra in Ucraina, adesso è meno frequentato di prima. Gli è stato preferito il maxi palazzo a Valdai, dove si dice che viva anche la compagna del presidente, l’ex ginnasta Alina Kabalaeva, e i due figli avuti fuori dal matrimonio. Di certo, qui Putin organizza riunioni con i ministri chiave del suo governo. Certo, tutti questi spostamenti sono un bel traffico e un impiego di risorse.
Il presidente è paranoico sulla sua sicurezza, quindi si muove solo in determinate condizioni e possibilmente via terra, con lunghi tragitti percorsi di notte e linee ferroviarie interamente deviate per consentirgli transiti privi di rischi.





