
Woody Guthrie- This Land Is Your Land
1 Dicembre 2025
PENNE SCONOSCIUTE: LA NECESSITÀ DI CONTINUARE
1 Dicembre 2025
A Montepulciano il Partito Democratico ha riempito le sale, ha mostrato muscoli organizzativi, ha ricomposto – almeno in apparenza – una comunità lacerata. Le parole d’ordine sono state entusiasmo, unità, partecipazione. Ma se c’è una verità da dire senza girarci intorno, è che la tre-giorni non ha ancora risposto alla domanda che da anni accompagna il PD: qual è il progetto politico che vuole rappresentare?
La narrazione della “nuova primavera” funziona per scaldare la base. Non basta però a colmare l’assenza di una linea riconoscibile. Speranza, Provenzano, Orlando, ciascuno dal proprio versante, hanno parlato di lavoro, disuguaglianze, territori, aree interne. Ma la somma di parole generose non fa ancora un’identità politica. La sensazione è che il partito stia vivendo un momento di sospensione: non più il PD indistinto degli anni scorsi, non ancora un soggetto capace di ricostruire un campo largo credibile.
Schlein esce dall’appuntamento con un sostegno interno più solido. Questo è un dato politico importante. Ma un segretario rafforzato non equivale automaticamente a un partito più forte. Il radicamento territoriale esibito in Toscana rischia infatti di diventare una comoda illusione: ciò che funziona in un contesto coeso non si traduce automaticamente in un’alternativa nazionale alla destra.
La vera assente a Montepulciano è stata una discussione onesta sul nodo strategico del centrosinistra. Il PD rivendica il ruolo di guida della coalizione, ma non ha spiegato come superare la frattura con i potenziali alleati, né come affrontare un quadro politico in cui la destra è maggioranza sociologica prima ancora che elettorale. Non basta dire “l’alternativa c’è”. Bisogna definirla.
Intanto, la partecipazione viene letta come un segnale di rinascita. È un errore già visto: confondere la vitalità interna con il consenso esterno. La platea di Montepulciano era calda, certo, ma il paese reale è freddo, disincantato, spesso distante. Chi non si sente rappresentato – proprio coloro ai quali Schlein ha detto di voler dare voce – non era in sala.
Eppure, un elemento politico rimane: il tessuto amministrativo toscano dimostra ancora capacità di organizzazione, tenuta civica e costruzione di consenso diffuso. È un patrimonio che il PD nazionale continua a evocare senza davvero farlo diventare architrave della propria strategia.
Alla fine, Montepulciano consegna un partito più convinto di sé, ma non ancora convincente per il Paese. La prova vera inizia adesso: tradurre l’autocompiacimento in una proposta di governo che incida davvero sulle fratture sociali, sui salari, sulla sanità, sulle disuguaglianze territoriali. Finché questo non accadrà, la “primavera” resterà un titolo suggestivo, non un cambio di stagione.





