
SULLE ALLEANZE A SINISTRA IL MACIGNO DELL’UCRAINA
2 Dicembre 2025
Mps-Mediobanca: ombre sul governo nella lotta per Generali
2 Dicembre 2025L’INCHIESTA
I magistrati parlano di un ruolo «significativo» del ministero guidato da Giorgetti nell’operazione Ma il Governo, spiegano, «non scala banche» L’Ue: «Nessun commento sulle indagini»
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Benché abbia avuto un ruolo «significativo» nella scalata di Mps a Mediobanca, il Mef « non è oggetto di accertamento», anche perché « non è una persona fisica» e « non può commettere reati ». Dalla Procura di Milano filtra una puntualizzazione sull’inchiesta per aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza che vede indagati Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di Delfin Francesco Milleri e l’ad di Montepaschi, Luigi Lovaglio. Forse un tentativo di placare la polemica scatenata dal centrodestra contro quella che considera un’indagine a orologeria. Ma sul piano politico cambia poco e il Pd continua a chiedere che Giancarlo Giorgetti vada in Parlamento a riferire sul caso.
Nello specifico, per i magistrati non è possibile contestare reati sulle «anomalie e opacità» dietro la procedura, che ha portato il Mef nel novembre del 2024 a dismettere il 15% di Mps a favore di Delfin, del gruppo Caltagirone, di Banco Bpm e Anima. Anche perché non si è trattato di una
gara pubblica. Per questo, anche se XX Settembre ha dato un «sostegno» all’iniziativa, resta il fatto che un azionista «può cedere a chi vuole le sue quote» e in questo caso la « violazione dell’obbligo di trasparenza» non configura un reato. Senza contare che in linea generale, come sanno bene negli uffici giudiziari milanesi, «il governo non scala» banche e « non ha interesse» a farlo. Nondimeno, ipotizzano i pm, quella «dismissione» avrebbe rappresentato un tassello della più ampia «strategia coordinata» tra Delfin e Caltagirone, con l’avallo di Lovaglio, per arrivare al controllo di Mediobanca attraverso Mps e, a cascata, anche di Generali. E su questo gli inquirenti andranno avanti, il materiale raccolto con le perquisizioni è consistente e l’inchiesta, fanno sapere, «è tutt’altro che conclusa». Mps, nel frattempo, continua a perdere in Borsa (ieri -3%), mentre l’Unione Europea (chiamata in causa rispetto al presunto ostacolo al controllo della Bce) si chiama fuori dalle polemiche e fa sapere di aver preso conoscenza della vicenda dalla stampa. « Possiamo ricordare – ha però precisato il portavoce della Commissione Olof Gill -, che Mps non è più vincolata dal suo impegno ad astenersi dalle acquisizioni, il che significa che è autorizzata a intraprendere qualsiasi azione aziendale ritenga appropriata per perseguire i propri interessi commerciali».
Da destra la difesa di Giorgetti è solida e trasversale. Matteo Salvini ricorda che grazie al Governo «la banca più antica del mondo» è stata salvata e «adesso è centrale, attraente e crea utili». Si è dice stupito che «certa magistratura fosse distratta mentre qualcuno stava azzerando Mps e si sia risvegliata quando è stata rilanciata» e sostiene di non avere dubbi sul fatto che «è tutto a posto». Anche Antonio Tajani nutre la «massima fiducia» nel collega del Mef, anche perché «si è sempre comportato correttamente » e nonostante le «opinioni diverse sulla questione del golden power », attaccarlo è assolutamente «fuori luogo». Anche per questo per il ministro degli Esteri, vista la tempistica dell’inchiesta, è lecito « pensare male».





