
Quando una minoranza torna a nascondersi, la democrazia è già in pericolo
15 Dicembre 2025
Backstreet Boys – I Want It That Way
15 Dicembre 2025
La mattina si apre con il racconto drammatico di Laura Silvia Battaglia sulla strage di Bondi Beach, una delle giornate più buie per l’Australia dal massacro di Port Arthur. La diretta del Sydney Morning Herald descrive un bilancio pesantissimo: sedici morti e decine di feriti, mentre emergono dettagli sulla coppia di attentatori, padre e figlio, che avevano detto ai familiari di essere diretti a pescare. L’uomo più anziano possedeva una regolare licenza per armi da caccia, un fatto che ha immediatamente riaperto il dibattito sulle norme di sicurezza, soprattutto alla luce della valutazione dell’ASIO nel 2019 che non aveva rilevato rischi specifici.
Le prime reazioni politiche sono arrivate in giornata. “Pensavamo di avere regole sicure sul porto d’armi, ci sbagliavamo”, ha dichiarato il premier Anthony Albanese, annunciando un’accelerazione su una legge più severa già nell’agenda odierna. Intanto la BBC ricostruisce l’attacco durante la celebrazione di Hanukkah, mettendo in primo piano il gesto di coraggio dell’uomo che ha affrontato l’attentatore e il video che ha fatto il giro del mondo.
Sul Times of Israel prende forma una possibile matrice jihadista: gli inquirenti avrebbero trovato una bandiera dell’ISIS appartenente ai due attentatori. Lo stesso giornale dedica spazio ai profili delle vittime: un sopravvissuto alla Shoah, un bambino di dieci anni, diversi rabbini che stavano celebrando la festa delle luci. Un mosaico struggente che restituisce la portata umana della tragedia.
Dall’altra parte del Pacifico, mentre le notizie da Sydney scuotono l’opinione pubblica statunitense, un’altra sparatoria tiene con il fiato sospeso la Brown University. The New York Times segue in diretta le operazioni di ricerca del responsabile, ancora in fuga, mentre il Providence Journal dà voce agli studenti barricati nelle aule durante il lockdown, raccontando la paura e la concitazione di quelle ore.
Sul fronte dei diritti e della libertà di stampa, The Guardian mette in evidenza la dura condanna inflitta a Jimmy Lai, figura simbolo della democrazia e dell’indipendenza dei media a Hong Kong. Una sentenza che viene letta come un ulteriore passo verso il controllo totale dell’informazione.
La rassegna si chiude in America Latina, dove El País racconta la vittoria di José Antonio Kast: per la prima volta dalla fine della dittatura, la destra radicale conquista la presidenza cilena. Un passaggio che segna una svolta politica profonda e apre interrogativi sulla tenuta democratica del Paese, in un continente attraversato da polarizzazioni sempre più marcate.
Il quadro generale restituisce un mondo attraversato da violenze, crisi istituzionali e svolte politiche che risuonano ben oltre i confini nazionali, componendo una mappa inquieta e interconnessa del nostro presente.





