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13 Agosto 2022L’avvertimento
13 Agosto 2022Il numero uno del Pd: “Coi 5S per ora non ci sono possibilità”. E ai leader di Iv e Azione: “Hanno l’abitudine di fregare il prossimo”. Il “Campo largo”, però, sarebbe avanti al centrodestra di 2 punti. Candidature: i big scelgono il Senato
ROMA — È il sondaggio del grande rimpianto, di ciò che avrebbe potuto essere e purtroppo non sarà. Arrivato fresco di stampa al Nazareno, ha preso a circolare nelle segreterie dei partiti alleati.
La foto, scattata l’11 agosto, dice una cosa molto semplice: per la prima volta il centrodestra arretra per via della discesa di Fratelli d’Italia, che perde un punto secco rispetto a una settimana fa. Un calo che nemmeno l’aumento speculare della Lega riesce a compensare poiché pure Forza Italia è in declino. Nulla di clamoroso, in ogni caso: la coalizione sovranista resta poco sopra il 45%, basta e avanza per vincere le politiche. Con la possibilità di schizzare al 55% e oltre dei seggi in Parlamento, una volta fatta man bassa di collegi uninominali. Ipotesi tutt’altro che remota alla luce di quanto accade sull’altro fronte: il Pd, che se si votasse oggi sarebbe la prima forza del Paese, si dimostra difatti insufficiente per cambiare l’esito della partita. In base alla rilevazione, il centrosinistra nella formazione attuale supera di qualche decimale il 30%. Soltanto il fantomatico campo largo da Renzi a Fratoianni, immaginato da Enrico Letta un anno e mezzo addietro, nel suo discorso d’insediamento, sarebbe in grado di realizzare il sorpasso. Uno schieramento ampio che includa i 5Stelle, tornati a crescere fino al 13%, totalizzerebbe infatti il 47,5, staccando di due punti abbondanti gli avversari. L’unico schema capace di battere il centrodestra, visto che l’alleanza giallorossa (senza Azione-Iv) si fermerebbe al 40,5, quasi 5 punti sotto.
Un mero esercizio di stile, per come si son messe le cose. Fantapolitica, considerando lo stato dei rapporti fra i leader. La caduta del governo Draghi per mano grillina e la rottura di Calenda hanno esacerbato gli animi in casa Dem. Per nulla disposti a rivedere il perimetro della coalizione. Lo ha detto chiaro ieri il segretario, intervistato sul sito dellaStampa : con Conte «per queste elezioni non ci sono possibilità» di intesa. La stessa chiusura manifestata nei confronti di Renzi e Calenda che, attacca Letta, «hanno una certa abitudine a fregare il prossimo ». Il secondo, in particolare, esprime «una politica di voltafaccia, cambi e convenienze che non mi appartiene». Stizzita la replica dell’ex ministro: «Asilo Mariuccia, caro Enrico. Stavolta hai fatto tutto da solo. Una persona che vuole guidare il Paese si assume le sue responsabilità». Ma il capo del Pd tiradritto: «Per ora pensiamo al voto», dopo il 25 settembre «si vedrà» quali margini ci saranno per far fronte comune. E torna ad attaccare Giorgia Meloni e il suo «sistema di relazioni internazionali che ha quattro interlocutori: Orban, il partito polacco al potere oggi, Vox e Lepen», tutti di estrema destra, accomunati dallo “stesso messaggio, quello dell’uomo solo al comando, il contrario di quanto previsto dalla nostra Costituzione».
Intanto si stringono le maglie sulle candidature, che verranno approvate domani in Direzione, dopo il programma che invece verrà votato oggi. Probabilmente solo i listini per i plurinominali, però: per completare gli incastri negli uninominali servirà tempo, fino alla scadenza del 21 agosto. Poiché i territori rifiutano i paracadutati, restano ancoraparecchi problemi. I 13 collegi maggioritari in Toscana, per esempio, sarebbero tutti contendibili. E allora c’è bisogno di big: a guidare il listino della Camera si parla di Roberto Speranza. Di Fratoianni per il Senato nell’uninominale Pisa-Livorno. Letta, deputato uscente di Siena, potrebbe traslocare al Senato e guidare la lista del plurinominale. Magari in tandem con Susanna Camusso. A Bologna per la Camera correrà Elly Schleyn, ma si fa pure il nome di Ilaria Cucchi. Cottarelli sarà in Lombardia, Emma Bonino al Senato di Roma.