She Smiled Sweetly
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«Dear Luca, I enjoyed this experience more than I could have imagined». Il messaggio arriva sul telefono di Luca Venturi, ideatore e anima del Siena Awards. Lo invia Dan Winters, icona della fotografia internazionale, mentre riparte da Siena dove ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione, richiamato per un lavoro alla Nasa. «Mi dispiace che questa esperienza sia finita: la bellezza della città è pari solo alla bellezza e alla passione delle persone che ho incontrato qui», aggiunge.
Venturi mostra il messaggio senza nascondere l’orgoglio: «Queste righe, scritte da uno dei grandi della storia della fotografia, sono la miglior testimonianza dei valori del progetto Siena Awards». Dan Winters, infatti, è quasi un monumento: con un piede nella storia dell’arte e l’altro saldo nel suo tempo, ha realizzato molti dei ritratti più popolari delle celebrità degli ultimi 15 anni, compresa l’immagine di Angelina Jolie che sintetizza questa edizione del festival e che ha vinto la sezione «Fascinating Faces and Characters». Scattata per il National Geographic , ritrae l’attrice ricoperta dalle api: attirate con il feromone dell’ape regina di cui è stato ricoperto il suo corpo, non l’hanno mai punta durante i 18 minuti in cui è rimasta immobile e che sono serviti per dare forma alla sua campagna di sensibilizzazione per la salvaguardia di questo insetto fondamentale per l’ecosistema.
Ma le parole di ringraziamento e di amore che Winters esprime per il Siena Awards e per la città sono in buona compagnia. Altro messaggio sul telefono di Venturi: «Hai davvero organizzato un evento meraviglioso: i migliori premi fotografici al mondo senza dubbio. Continua l’ottimo lavoro e continua a promuovere la fotografia; noi speriamo di tornare presto». Firmato Ian MacNicol, fotografo sportivo inglese e pluripremiato, della scuderia di GettyImages.
Ancora una volta, dunque, il festival fa di Siena una delle capitali mondiali della fotografia: spenti i riflettori sulla cerimonia di premiazione, cui hanno partecipato fotografi e addetti ai lavori da 51 Paesi, fino al 20 novembre resteranno aperte le mostre che animano il territorio. Otto in totale, allestite in sedi ricche di fascino e spesso poco battute, dal Museo di Storia naturale dei Fisiocritici all’Accademia del Rozzi, dalla Chigiana alle ex distillerie dello Stellino, spazio industriale riconvertito proprio per ospitare il Siena Awards.
Come fa dal principio, infatti, il festival mescola due anime diverse: da una parte i tre premi internazionali — l’originale, quello dedicato alla fotografia artistica e l’unico al mondo completamente dedicato alla fotografia aerea scattata coi droni — con gli scatti migliori che confluiscono nelle esposizioni collettive; dall’altra le mostre monografiche che ogni anno mettono al centro alcuni dei più interessanti sguardi internazionali. Stavolta, ad esempio, c’è la fotografa del National Geographic Ami Vitale che racconta le specie africane in via d’estinzione, tra giraffe, rinoceronti bianchi e un orfanotrofio per elefanti in Kenya; c’è Peter Mather con le sue volpi rosse e gli orsi ritratti nel contesto urbano canadese, durante la pandemia; ci sono gli ultimi lavori di Danish Siddiqui, fotografo indiano vincitore di un Premio Pulitzer e ucciso l’anno scorso in Afghanistan mentre documentava i combattimenti con i talebani. E c’è, appunto, Dan Winters: i suoi Portraits sono esposti al centro culturale della Tinaia a Sovicille, mentre il resto del borgo a pochi chilometri da Siena si popola di altri personaggi nella mostra diffusa Face to Face , con i volti comuni di ogni parte del mondo che fanno da anticamera alle celebrities affacciandosi da finestre tamponate e corti interne.
«Il progetto di Sovicille richiama quello dello scorso anno — racconta Venturi — e funziona nell’idea di mostrare la fotografia a chiunque, anche a chi non è interessato alle mostre ma ci si imbatte camminando. Ma funziona, soprattutto, il rapporto con il territorio, la collaborazione con le istituzioni e la partecipazione corale: il vero elemento innovativo sarebbe riuscire a coinvolgere tutta la provincia. Stiamo già lavorando con Monteriggioni, con Chiusdino per portare un evento a San Galgano: insomma vorremmo riuscire a fare in modo che il progetto possa vivere tutto l’anno e le persone si sentano talmente a casa da tornare».
Molti fotografi a casa ci si sentono già e segnano in agenda il Siena Awards come un appuntamento da non perdere. «Dan Winters mi ha già detto che l’anno prossimo vorrà tornare per vedere il Palio — racconta ancora Venturi — mentre Randy Olson e Melissa Farlow sono venuti a Siena per la terza volta solo per assistere alla premiazione: significa che qualcosa di buono lo stiamo facendo, che continuiamo a emozionare».
L’emozione c’è stata senz’altro per il fotografo greco Konstantinos Tsakalidis, vincitore assoluto del Siena International Photo Awards 2022 con lo scatto Woman from Evia . In questa immagine — scelta tra decine di migliaia di scatti inviati da 140 Paesi — c’è tutta la disperazione di chi vede la propria vita andare, letteralmente, in fumo: pare di sentirlo il grido di questa donna, impotente di fronte alle fiamme che stanno per avvolgere la sua casa durante i terribili incendi che colpirono la Grecia nell’estate 2021.
«La foto vincitrice — spiega Venturi — arriva dalla sezione fotogiornalismo come fu l’anno scorso per Hardship of life , lo scatto di Mehmet Aslan che ritraeva Mustafa e Munzir, il padre che giocava con il figlio nato senza braccia e gambe. Quello scatto, grazie all’eco internazionale e alla campagna di crowdfunding che ne è seguita, ha permesso alla famiglia di arrivare in Italia, passando da Siena fino a Budrio, centro medico d’avanguardia specializzato nelle protesi: oggi vivono felicemente la loro esperienza italiana e la loro storia dimostra che una fotografia può davvero fare la differenza. Chissà cosa accadrà l’anno prossimo: speriamo di ritrovare, oltre la potenza di uno scatto, anche la gioia».
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