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Il dibattito in Consiglio comunale su Ampugnano è stato l’ennesimo scontro frontale tra favorevoli e contrari all’aeroporto. Uno schema vecchio, sterile, ideologico: “aeroporto sì, aeroporto no”. Nessuno, però, entra davvero nel merito.
Nemmeno l’iniziativa di AVS riesce a farlo, pur avendo il merito di voler spostare la discussione in Parlamento, cioè su un piano nazionale. Ma anche lì il rischio è di restare nella logica dello schieramento, non dell’analisi.
Uno dei nodi veri, e non solo, è quello del conflitto di interessi.
ENAC nasce come ente di controllo, con il compito di garantire la sicurezza e la regolarità del trasporto aereo. Oggi, invece, vorrebbe diventare anche gestore degli aeroporti, attraverso una società controllata — “ENAC Servizi” — che rischia di trasformare il controllore nel controllato.
È un passaggio istituzionalmente ambiguo e politicamente pericoloso. Si fonda su una normativa debole, pensata per gestire un solo aeroporto insulare ed eludere la normativa europea sulla separazione tra funzioni di controllo e di gestione. L’estensione di quel modello al sistema aeroportuale nazionale, come nel caso di Ampugnano, viola lo spirito stesso delle regole comunitarie e apre la strada a un precedente rischioso, dove l’interesse pubblico rischia di confondersi con la funzione amministrativa.
E non è questa l’unica contraddizione vera e di merito nella proposta di Fratelli d’Italia.
Da un lato si invoca la sostenibilità e l’innovazione, dall’altro si sostiene un progetto che nasce da un’impostazione centralistica, calata dall’alto, senza alcuna valutazione reale su impatti economici, ambientali e territoriali. È una visione che contraddice i principi stessi della programmazione locale e della partecipazione democratica, sostituendo la pianificazione condivisa con la propaganda infrastrutturale.
Ampugnano, così, torna a essere il terreno su cui si misura non tanto una visione di sviluppo, quanto la capacità (o l’incapacità) di distinguere tra interesse pubblico e interessi di sistema. E Siena si ritrova ancora una volta dentro una discussione che non le appartiene, usata come scenario per decisioni già prese altrove.