«Ricerca e innovazione tecnologica non dimentichino il senso del limite»
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15 Dicembre 2023Spopolano su Amazon i libri scritti con l’intelligenza artificiale. Umani in crisi
Forse è l’effetto Vannacci, forse è anche che le case editrici non contano più molto, accomunate dal refuso collettivo e dall’autore effimero, ma l’autopubblicazione vive un suo momento d’oro. Chi non ha mai pensato del resto, a fronte del miserrimo 10 per cento che l’autore si aggiudica, se va bene, di passare al lato oscuro dell’editoria e autostamparsi, arrivando così a guadagnare invece fino al 70 per cento sul prezzo della copertina (brutta, certo, stampata su carta da menu cinese e con grafica da dépliant dei testimoni di Geova, ma non si può avere tutto). Il caso Vannacci ha fatto il resto; noi intellettuali riflessivi siamo rimasti tramortiti tanto dalle idee omofobe e retrive almeno quanto dal guadagno dell’autopubblicato militare, che riporta ai tempi gloriosi dell’editoria, altro che podcast di Baricco.
Ma c’è qualcuno che ha messo decisamente da parte il romanticismo pubblicando su Amazon ma senza nemmeno prendersi la briga di scrivere. Un allarmato articolo ieri del Monde registrava come anche il più prolifico scrittore che si ricordi, Simenon, aveva il record di sei romanzi l’anno, mentre ora Amazon ha dovuto porre il limite ai suoi autori autopubblicanti di tre titoli al giorno. Sì, al giorno. Scritti con la immancabile IA. A febbraio la Reuters segnalava che ci sono già oltre duecento libri scritti da ChatGPT disponibili su Amazon. Adesso saranno molti altri. Reuters citava l’autore (per caso) Brett Schickler che ha creato in poche ore un libro per ragazzi, “Sammy lo scoiattolo”. Un altro, che si fa chiamare Frank White, ha mostrato in un video di YouTube come in meno di un giorno ha creato un racconto di 119 pagine intitolato “Galactic Pimp” su fazioni aliene in una galassia lontana in guerra per un bordello con personale umano. White afferma che chiunque abbia i mezzi e il tempo potrebbe creare 300 libri di questo tipo all’anno, utilizzando per tutti l’intelligenza artificiale.
Amazon chiede almeno di autodichiararsi. Nelle linee guida sulla parte di autopubblicazione del “Kindle Direct Publishing” si legge testualmente che bisogna avvertire la piattaforma se hai creato tu stesso il contenuto oppure l’hai fatto fare alla macchina. Amazon sostiene anche di essere poi in grado di capire se il libro è umano o no. Secondo Wired invece è impossibile. La Society of Authors inglese chiede che Amazon metta un bollino di qualità sui suoi libri, distinguendoli tra umani e non umani.
Gli autori umani però sono in subbuglio: l’estate scorsa 10.000 scrittori, tra cui Michael Chabon, hanno firmato una lettera aperta scritta dall’Author’s Guild per chiedere ai leader del settore dell’intelligenza artificiale di proteggerli. Ma l’incubo di romanzi che si scrivono da soli è anche un sogno e tutti l’abbiamo titillato. Dagli esperimenti con ChatGPT a cui intimiamo di scrivere un romanzo ambientato a Roma e la povera intelligenza artificiale lo farà col tono di un Harmony sgarrupato (“c’era un caldo tramonto sopra piazza Navona”) a tutte le altre app a pagamento che garantiscono di aiutare nella stesura del libro, alzi la mano chi non ha provato, chiuso nella sua stanzetta, un aiuto digitale magico per il romanzo che abbiamo lì, nel cassetto o sulla scrivania, da mesi, che non va né avanti né indietro. L’IA avrebbe salvato anche il povero scrittore che si butta di sotto nel bellissimo film “Anatomia di una caduta”, perché non riesce a scrivere mentre la moglie va avanti dritta come un fuso (magari nascostamente consultando ChatGPT). C’è chi fa anche il ciclo completo, scrive il libro con l’intelligenza artificiale e poi lo autorecensisce con dei finti account Amazon – la piattaforma lo scorso anno ha bloccato oltre duecento milioni di recensioni fasulle. Ma il mondo dei libri scritti dall’IA è variegato e affascinante. Dalla poesia (generalmente cupa) alla versione di “On the road” di Kerouac in cui sono stati immessi molti dati gps sul percorso da fare, a persone biografate a loro insaputa – è successo al giornalista della Bbc Rory Cellan-Jones che si è visto consigliare dall’algoritmo di Amazon una biografia scritta su se stesso – o clonate: un’esperta del mondo editoriale come Jane Friedman si è accorta che in vendita si trovano due suoi saggi nuovi di zecca, con un certo sconcerto dato che lei non pubblica dal 2018. “Qualcuno stava cercando di trarre profitto dal mio nome. E’ una violazione particolarmente grave. Ma c’è un lato di me che è anche piuttosto affascinato da ciò che sta accadendo”, ha detto Friedman. Va detto, per tranquillizzare i romanzieri, che non è proprio la narrativa il terreno più preso d’assalto dai nuovi pirati digitali. Secondo Wired America, vanno molto le guide turistiche. Anche la manualistica è infestata. E in generale si tende a scopiazzare libri o autori esistenti. Più che una nuova Bloomsbury di talenti è insomma il mondo del pezzotto, è la versione 2.0 di quei mercatini di libri estivi con le case editrici sconosciute o i vecchi bestseller tarocchi stampati a Napoli. Aspettiamoci insomma un’ondata di simil Vannacci digitali per l’estate (e sarà dura capire la differenza).