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Rossi ammette le tante criticità, ma da vicepresidente di TLS cosa ha fatto per evitarle?
23 Dicembre 2023
Bill Viola sul concetto di nero come sinonimo di mortalità
23 Dicembre 2023di Pierluigi Piccini
Martedì, in quanto invitato, sono andato all’iniziativa di una componente del Pd dal tema provocatorio: Serve ancora il Pd? Provocatorio perché è chiaro che una forza di sinistra serve al Paese. Quindi non è tanto se debba esistere, quanto come eventualmente esistere. Un chiarimento: non sono stato invitato ufficialmente ma tramite terze persone (il nicodemismo è tutt’ora molto presente tra i militanti piddini). La prima considerazione che mi sento di fare è di rispetto verso militanti che discutono calorosamente dell’impegno politico, che credono alla militanza come difesa della democrazia necessaria per la costruzione del bene comune. Quindi, nulla da dire a questo proposito. Viceversa, c’è da dire quando si entra a parlare dei contenuti e della necessità di analisi concrete nell’azione politica nella dimensione data. Ecco, su questo la mia critica è forte. La lettura dei processi è dentro una scatola interpretativa che ricade a cascata da una situazione marco, nazionale, a una micro, locale. I due principali relatori, quando hanno parlato del territorio e in modo particolare di Siena, non hanno fatto altro che ripetere gli slogan di sempre, con delle proposte ormai invecchiate inesorabilmente. Prima di passare al qui e ora ci terrei a fare due esempi, la pace è voluta ovviamente da tutti e ha avuto anche in quella sede ampio spazio, ma con un piccolo particolare: il giorno dopo il Pd in Parlamento ha votato per una riconferma dell’appoggio, con la consegna di armamenti italiani all’Ucraina, per tutto il 2024. In sede locale, poi, non si è ben capito a quale alleanza sociale si vorrebbe fare riferimento, la proposta è stata: “Bisogna parlare con tutti”. Un intervento ha, addirittura, incoraggiato il prelievo fiscale per far fronte al buco nella Sanità con un evidente danno a carico dei ceti medi; proprio quei ceti medi tanto presenti in una realtà come quella senese. Nessun riferimento viceversa, ai costi e al loro contenimento che, ad esempio, vedono nel sistema toscano la stessa quantità di robotica chirurgica di tutta la Francia. Semplici contraddizioni? Ma l’aspetto che salta più agli occhi è la mancanza di analisi concrete in situazioni determinate e le relative proposte. Parliamo di Siena. Tralascio la questione delle alleanze e in particolare di quelle con il civismo che meriterebbero un approfondimento a parte con il Pd, che prima le ha caldeggiate e poi ne è rimasto vittima. Il partito della Schlein, per quanto mi riguarda, ha ormai delegato a singole persone la propria azione “politica”. Persone che quando va bene hanno una logica tutta interna a ciò che amministrano, quando va male pensano a loro stessi e alla propria continuità amministrativa. Così facendo il partito ha perso la capacità di elaborazione e di proposta con la quale confrontarsi anche con gli amministratori che ha contribuito ad eleggere o ha nominato. Prassi che spesso non permette di interpretare i bisogni della società, sempre in trasformazione con le contraddizioni che ciò comporta e le possibili alleanze sociali e politiche necessarie al governo dei processi. Anche perché delegando in questo modo, il collettivo partito è svuotato delle conoscenze analitiche necessarie alla stessa elaborazione. Il rischio che è diventato da tempo realtà è quello che le discussioni siano ridotte ai soli nomi e al bilanciamento delle correnti che il nominalismo contribuisce a creare. Il nome diventa il partito (primarie) che lascia a questi singoli personaggi il compito di essere gli artefici del successo o della perdita dei consensi. Salvo poi, se quest’ultimo caso dovesse accadere, di cambiare la persona: operazione quasi mai vincente. Potrei citare come esempio paradigmatico, la questione del Biotecnopolo e della TLS le cui verità stanno venendo lentamente a galla. Se si guarda la mozione presentata dal Pd in consiglio comunale, si capisce che era confezionata per un solo nome e per una sola entità che ha consumato se stessa e la sua missione per fare da supporto ad un soggetto come la GSK il cui futuro nel territorio non è ben chiaro. La questione è molto più complessa, e come tale non è possibile delegarla a singoli soggetti che ricoprono ruoli apicali in realtà amministrative diverse. Persone non sempre del luogo e non sempre della stessa appartenenza politica. Costringendo nei fatti il partito a un ruolo da gregario subalterno, di supporto scarsamente consapevole della direzione da cui provengono le indicazioni e gli obbiettivi. Fenomeno di facile lettura in quelle zone dove il potere amministrativo del Pd, inteso in senso largo, è ancora diffuso e ramificato. Si potrebbe continuare, ma mi preme solo sottolineare, a questo punto, che i problemi descritti non affliggono i partiti del centrodestra che hanno una storia diversa e non vengono da un percorso politico che aveva nel partito, come intellettuale collettivo, le proprie lontane radici. In Toscana poi il centrodestra è costretto ad azioni politiche di movimento, rapide, contro un Pd le cui casematte (luoghi di governo) sono in forte crisi.