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Non è ancora deciso il futuro di Simone Bezzini nella giunta regionale, ma l’eventuale mancata riconferma aprirebbe una fase delicata per Siena. Figura di equilibrio e competenza, Bezzini ha rappresentato negli ultimi anni un punto di riferimento per la città in Regione, soprattutto durante la pandemia e nella gestione del sistema sanitario toscano.
La sua possibile esclusione non sarebbe legata ai risultati ottenuti, ma piuttosto agli equilibri interni del Partito Democratico, oggi orientati verso altri territori e figure emergenti. Una scelta che avrebbe ricadute non solo politiche, ma anche istituzionali, lasciando Siena senza un rappresentante diretto in giunta per la prima volta dopo anni.
Per una realtà già fragile sul piano economico e amministrativo, si tratterebbe di un ulteriore ridimensionamento. La fine della “stagione Bezzini” segnerebbe anche la chiusura di un ciclo di centrosinistra senese capace di coniugare competenza e radicamento territoriale, aprendo una fase più incerta, dominata da logiche di partito.
Nel frattempo, l’ingresso di Enrico Tucci in Consiglio regionale riporterebbe una voce senese nell’assemblea. Ma la sua agibilità politica sarebbe limitata: non appartiene ai gruppi che controllano Fratelli d’Italia a livello regionale e dovrà muoversi con cautela in un contesto che gli è in parte estraneo. Siena rischia così di restare rappresentata, ma in posizione defilata, in un quadro politico toscano che si ridisegna senza di lei al centro.





