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Il titolo per i piccoli risparmiatori quasi eguaglia i 18 miliardi della prima emissione di giugno I rendimenti sotto pressione per il rischio di rialzi dei tassi, Meloni: “Non sono preoccupata”
DI FILIPPO SANTELLI
ROMA — In un mercato globale dei titoli di Stato in tempesta, il governo italiano mette un po’ di fieno in cascina. Si è chiuso ieri il collocamento del Btp Valore, la seconda emissione del titolo rivolto ai piccoli risparmiatori, con una raccolta di 17 miliardi e 190 milioni di euro. L’incasso è poco inferiore a quello del primo Btp Valore dello scorso giugno, oltre 18 miliardi, ma comunque superiore alle aspettative del Tesoro. «Serietà, prudenza e responsabilità sono state premiate dai risparmiatori», ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ripetendo una volta di più i tre termini con cui il governo tenta di rassicurare i mercati. Uno degli obiettivi dei due Btp Valore, come anche del Btp Italia emesso a marzo, era aumentare la quota di debito pubblico nelle mani degli italiani. E la convinzione del governo – ha spiegato Giorgetti – è che la fiducia degli investitori tricolori si trasmetta ai grandi investitori internazionali.
Il contagio positivo però al momento non si vede, considerato che le tensioni sui nostri titoli continuano a crescere. Ieri sono stati i dati sui nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti, molto migliori del previsto, a spingere lo spread un gradino più in alto: 207 punti, prima di chiudere a 203, ai massimi da inizio anno, con il Btp decennale a 4,92%. La relazione causa-effetto va spiegata. La sorprendente resilienza dell’economia americana potrebbe spingere la Federal Reserve a un ulteriore rialzo dei tassi contro l’inflazione, probabile nella riunione di fine ottobre. Tutto questo alimenta l’ipotesi secondo cui i tassi resteranno “più alti più a lungo” del previsto, spauracchio che spinge ovunque al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato. E che accende un faro sui Paesi più indebitati, a cominciare dall’Italia.
Ieri ilFinancial Times ha scritto un editoriale netto: dovremmo abituarci alla nuova normalità dei tassi alti, e per un mondo che ha accumulato 307 migliaia di miliardi di debito disintossicarsi dall’era del denaro a costo zero – la vera aberrazione, secondo il quotidiano – non sarà indolore. Famiglie e imprese dovranno fare i conti con costi di finanziamento stabilmente più elevati. E i governi, con debiti ai massimi e l’aumento della spesa per interessi, dovranno ridurre quella corrente.
In questo repentino cambio di paradigma, l’Italia rischia il fuorigioco. Per recuperare risorse per la prossima legge di bilancio il governo Meloni ha deciso di alzare il deficit 2024 dal 3,6 al 4,3%, e per il prossimotriennio ha sospeso il percorso di riduzione del debito pubblico. Un messaggio rischioso, per un Paese dove questo vale 2.900 miliardi e che secondo gli analisti sta tornando fanalino di coda nella crescita. Un equilibrio fragile, appeso a poste fumose come un piano privatizzazioni da 20 miliardi. Lo spread a 207 è lontano dallo scenario d’allarme descritto dalla Nadef, in area 300 punti. Ma il suo allargamento, anche rispetto ad altri “periferici” come Spagna e Grecia, segnala che Roma è sorvegliata speciale. «Non sono preoccupata dai rendimenti dei titoli di Stato, l’Italia è molto solida», ha detto Meloni. Ma se davvero il Btp Valore mostra che gli italiani hanno fiducia, per convincere gli altri ci vorrà di più.