Redditi finanziari nella delega fiscale: novità e un’occasione persa
12 Settembre 2023Scuola fragile
12 Settembre 2023Napoli, Italia
Napoli
L’attacco allo Stato è arrivato poche ore prima che per i bambini del Parco Verde di Caivano iniziasse il primo giorno di scuola. Alcuni di quei bambini che riempiono le classi dell’Istituto comprensivo 3 “Parco Verde” erano in strada – la stessa strada nella quale sorge la loro scuola –, quando il solito corteo di moto di grossa cilindrata ha scorazzato lungo il vialone puntando le loro armi in aria e sparando all’impazzata tra i palazzi. Hanno lasciato a terra 19 bossoli.
È il segnale di affermazione di un predominio sul territorio, nel linguaggio camorristico. È la terza “stesa” che avviene nel quartiere dopo la visita della premier Giorgia Meloni. Non sono bastate finora la promessa di «bonificare» il Parco Verde, i piani che prevedono l’invio di più docenti, il ripristino del centro sportivo nel quale sono avvenuti gli stupri di gruppo ai danni di due ragazzine di 10 e 12 anni. Quegli stupri che hanno spinto il parroco, don Maurizio Patriciello, a chiedere alla premier di venire in questa periferia divenuta simbolo di tutte le periferie degradate a prendere impegni concreti per invertire la rotta. E non è bastata nemmeno l’operazione interforze che ha portato 400 uomini delle forze dell’ordine, che hanno messo a soqquadro il quartiere che il clan Sautto-Ciccarelli ha trasformato in un supermarket della droga a cielo aperto. No, non è bastato tutto questo a fermare la camorra, che ieri ha battuto un altro colpo sul territorio.
Un messaggio, questo, diretto sia allo Stato “bonificatore” che agli affiliati e al quartiere, come a dire: «Siamo qui e siamo più forti di prima, serriamo i ranghi e niente defezioni ». Non è un caso probabilmente che la “stesa” dell’altra notte e le altre siano avvenute proprio dove vivono alcuni dei capi del clan Sautto-Ciccarelli. «Secondo me i topi si sentono stanati, dopo aver ballato per anni e anni senza il gatto. La camorra ha capito che qualcosa di serio e di importante sta avvenendo» ha detto don Maurizio Patriciello dopo le “stese”.
Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Caivano proseguono nel massimo riserbo. Tra le ipotesi relative alle “stese” avvenute in questi giorni nel Parco Verde ve n’è un’altra da considerare, oltre a quella della prova di forza del clan: quella dell’avvertimento ai capiclan. Gli equilibri criminali, sempre precari da quelle parti, potrebbero essersi rotti in una congiuntura che da un lato vede un impegno diretto del governo sul Parco Verde e un indebolimento dei Sautto-Ciccarelli dopo le centinaia di arresti avvenuti nell’ultimo anno. Resta, in ogni caso, spiega una fonte qualificata «la risposta della camorra allo Stato e il messaggio al quartiere».
Il giorno dopo la “stesa”, il governo ha disposto un ulteriore incremento di uomini di forze dell’ordine (altri erano stati disposti nell’ultimo anno e mezzo). Nel giro di poche ore, hanno fatto sapere dal ministero dell’Interno, tra carabinieri e polizia saranno impiegati 210 uomini sul territorio. Il Viminale ha annunciato anche un presidio fisso nel Parco Verde. I carabinieri in servizio alla compagnia comando locale saliranno del 20% e nuovi agenti dovrebbero arrivare al commissariato di polizia di Afragola e alla tenenza della Guardia di finanza a Frattamaggiore, che hanno anch’essa competenza sul Parco Verde. Bartolomeo Perna è da 19 anni al timone di quella scuola che accoglie 650
alunni del quartiere, alla cui altezza è partito il corteo di moto che ha seminato il panico nel quartiere. «Siamo come nella striscia di Gaza», dice senza mezzi termini il preside dell’Ic3 “Parco Verde”. Di fronte al suo ufficio sorgono i palazzi in cui vivono i capiclan e in cui sorgono le oltre dieci piazze spaccio del rione. Ma Perna non ha perso la speranza. « Nonostante ciò che è avvenuto ieri (oggi per chi legge, ndr), è bello vedere le classi piene. Da anni cerchiamo di fare la nostra parte. Diamo vita percorsi di legalità, abbiamo portato i nostri ragazzi a Palermo a commemorare Falcone e Borsellino, tanto per fare un esempio. Devono sapere qual è la strada giusta e qual è quella sbagliata. Poi saranno loro a scegliere. Cerchiamo di far capire loro qual è l’arma più potente, molto più potente di quelle utilizzate dalla camorra: la cultura. In tanti hanno scelto la strada dell’onestà, altri purtroppo no». La mattina seguente alla “stesa” don Patriciello è nella sua chiesa, aperta ma deserta, con la sua scorta. Solo poche donne, che lavorano nei pochissimi negozi del quartiere, sono in strada. La maggior parte di essi sorge proprio nel vialone sul quale i carabinieri hanno rinvenuto i 19 bossoli.
Tra le misure messe in campo in queste settimane dal ministero dell’Istruzione per le scuole di Caivano, vale la pena ricordare che sono previsti 20 insegnanti in più, istituti aperti anche di pomeriggio, retribuzione delle ore aggiuntive al personale scolastico impegnato nell’attuazione dei progetti didattici, attività laboratoriali e prolungamento del tempo scuola.
« Io non c’ero – dice Rosa, una donna sulla sessantina –, ma so che c’erano persone in strada a quell’ora. Anche dei bambini. So che c’è stato un fuggi fuggi generale. È brutto vivere così…». Intorno alle 11.30 di ieri, in pieno giorno, la criminalità ha battuto il secondo colpo a Caivano: un’auto parcheggiata in una strada del Comune del Napoletano è stata colpita da diversi colpi da arma da fuoco. Anche in un’altra delle «zone franche», così come le ha definite la premier Meloni, quei quartierighetto nati negli anni ’80 del secolo scorso, la camorra si è fatta sentire l’altra notte: 21 bossoli sono stati ritrovati ieri mattina in una strada di Ponticelli, quartiere della periferia est di Napoli da anni al centro di faide tra clan che si contendono il controllo del traffico di droga in quei rionisupermarket della droga nei quali non si sa se valga la legge della camorra si oppone a quella dello Stato.