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Questa mattina, mercoledì 10 settembre, la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi è tornata a riunirsi a Roma, riprendendo i lavori dopo la pausa estiva. Le audizioni hanno riguardato figure legate al mondo culturale, ma sullo sfondo resta uno dei passaggi più controversi emersi negli ultimi anni: le parole intercettate dell’ex avvocato e politico Giancarlo Pittelli, che nel 2018 parlò di Rossi come di una persona “uccisa” e non suicida.
Il 28 marzo 2018, nell’ambito di un’inchiesta della DDA di Catanzaro, Pittelli venne intercettato in una conversazione con l’avvocato Guido Contestabile. In quella circostanza, l’ex parlamentare di Forza Italia pronunciò una frase destinata a pesare a lungo: «Rossi non si è suicidato! Rossi è stato ucciso! Se riaprono le indagini succederà un casino grosso…». Parole che, una volta rese pubbliche, finirono al centro dell’attenzione della Commissione d’inchiesta, rilanciando dubbi e sospetti sul decesso del capo della comunicazione di MPS, precipitato dalla finestra del suo ufficio a Siena il 6 marzo 2013.
Nonostante la forza di quelle affermazioni, non risultano rapporti diretti tra David Rossi e Giancarlo Pittelli. Gli atti parlamentari e le ricostruzioni successive hanno escluso contatti professionali o personali tra i due. Un ulteriore chiarimento è arrivato anche da Giuseppe Mussari, ex presidente di Monte dei Paschi di Siena: davanti alla Commissione ha dichiarato di aver conosciuto Pittelli soltanto il 25 maggio 2018, quindi dopo l’intercettazione. Nessun contatto precedente, né telefonate né messaggi.
Il nome di Pittelli, oggi al centro di procedimenti giudiziari per concorso esterno in associazione mafiosa, è così entrato nel fascicolo Rossi per una frase intercettata, non per legami diretti. Ciò non toglie che quelle parole abbiano riacceso con forza il dibattito sulle cause della morte dell’ex dirigente MPS, mai del tutto chiarite nonostante due archiviazioni giudiziarie. La Commissione parlamentare continua a raccogliere testimonianze e documenti con l’obiettivo di arrivare a una verità più nitida su una delle vicende più oscure della recente storia italiana.