A ottobre il primo bilaterale con Sir Keir, successore di Corbyn, che vola nei sondaggi
ROMA — Elly & Sir Keir, che coppia. Mentre i detrattori più feroci la macchiettizzano come una specie di massimalista corbinista, nel senso di Jeremy Corbyn, l’ex leader del Labour di sinistra-sinistra che ha macinato flop alle elezioni nel Regno Unito, Schlein prepara un faccia a faccia col successore: Keir Starmer, che vola nei sondaggi, ha ricucito con la Terza via di Tony Blair, e ha appena rimpastato il suo shadow cabinet, infarcendolo di seguaci dell’ex premier della Cool Britannia. L’appuntamento è in programma a Liverpool, ai primi di ottobre. Per Schlein, fatta eccezione per le chiacchiere a margine dei vertici del Pse a Bruxelles, è il primo verobilaterale all’estero con un pari grado. E non uno qualsiasi: Starmer in Inghilterra si è guadagnato il soprannome di “Pm in waiting”, primo ministro in attesa. Perché dopo 13 anni di batoste elettorali, da Gordon Brown in poi, ha riportato i laburisti a svettare nei sondaggi (l’ultima rilevazione, di Politico, li dà al 44% contro il 26% dei conservatori di Rishi Sunak), a un anno dalle elezioni.
Schlein, accompagnata dall’ex ministro Peppe Provenzano, oggi responsabile Esteri del Pd, parteciperà alla conferenza annuale del Labour Party. La data della trasferta è ancora da fissare: la convention è in calendario dall’8 all’11 ottobre, all’Acc King’s Dock, a Liverpool. Le delegazioni sono ancora al lavoro, ma l’incontro tra Starmer e Schlein dovrebbe tenersi il9 ottobre. Al Nazareno confermano: il viaggio ci sarà. È anche per questo motivo – oltre ai complicati incastri di agenda – che Schlein alla fine non è volata a Montreal, al summit internazionale dei leader progressisti, pur invitata, come Provenzano, che era di ritorno dalla Tunisia. Del resto il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Montreal non c’era, così come lo spagnolo Pedro Sanchez, indaffarato a gestire il post-elezioni, a caccia di un mandato bis da premier. Uno dei grandi ospiti al vertice canadese era invece Starmer, ma Schlein lo vedrà faccia a faccia tra un paio di settimane.
La trasferta piace soprattutto (ma non solo) all’ala riformista del Pd, che vede in Starmer un modello da seguire, dopo la stagione corbinista che ha prodotto una carrellata di fiaschi elettorali per il Labour. Ma Starmer è apprezzato anche da big della sinistra Pd, come Nicola Zingaretti. Piacciono, da sinistra, le proposte sul potenziamento della sanità pubblica – tasto su cui batte anche Schlein, cercando la sponda delle altre opposizioni come sul salario minimo – all’abolizione delle leggi restrittive degli scioperi. Un pacchetto affiancato da misure che rievocano un po’ il New Labour blairiano: sostegno alle imprese, una politica estera a favore della Nato, tolleranza zero contro il crimine. E chissà se Schlein parlerà con Starmer anche di migranti, visto il flop delle politiche migratorie di Sunak, tutte rimpatri e detenzioni, che Meloni ora sogna diricalcare.