La crescita del Pil inferiore a quella stimata per il Paese, così come l’occupazione. Con la produzione industriale che scende, e si indebolisce pure il terziario per via dei consumi contenuti. La sede regionale della Banca d’Italia traccia lo stato dell’economia toscana, «nella prima parte del 2025 si è confermata debole – si legge nel report -, in un contesto di generale incertezza già caratterizzato da tensioni geopolitiche, ulteriormente acuite dall’instabilità legata alle nuove politiche commerciali degli Stati Uniti». Bankitalia calcola per il primo semestre un +0,3 di Pil: pochissimo e inferiore al dato stimato per il Paese, così come scende pure la produzione industriale, su cui pesa ancora la crisi della moda. Anche l’edilizia rallenta, seppur benefici ancora dell’impatto positivo dei cantieri attivati con il Pnrr. Su questi ultimi, Bankitalia – elaborando i dati della commissione paritetica per le casse edili – scrive che tra il novembre 2021 e il luglio 2025, sono stati avviati lavori per il 53% delle gare aggiudicate, «un valore lievemente inferiore alla media nazionale».
Pure il terziario si è indebolito, per via della dinamica «contenuta» dei consumi delle famiglie. Diminuite, nei primi 7 mesi 2025, le presenze turistiche negli hotel e cresciute nelle soluzioni extra-alberghiere, incluse le locazioni brevi. Nell’export, specie se confrontato con la media italiana (+2,2%), la Toscana corre, ma solo a prezzi correnti: +11,8% sul 2024. A prezzi costanti segna un +9,9%, rispetto a un anno fa è -1,5%. Il dato è trainato dal forte aumento di farmaceutica e metalli preziosi, mentre le esportazioni degli altri settori diminuiscono. Gli occupati segnano un +0,6%: una crescita inferiore rispetto al +1,4% italiano. Aumenti perlopiù in costruzioni e servizi, meno – come ormai da diverso tempo – nell’industria. Andando a vedere le tipologie di contratto al momento dell’assunzione, si scopre che l’unico segno positivo sul 2024 riguarda i contratti più precari, quelli intermittenti (+0,9%). Tutti gli altri sono in calo: il tonfo più grande per l’apprendistato (-11,1%), seguito dai contratti di somministrazione, dal tempo indeterminato (-6,4%), le assunzioni a tempo determinato segnano un -1,1%. Il tasso di disoccupazione, di contro, resta stabile al 4,5%, un valore «molto contenuto nel confronto storico e inferiore a quello medio nazionale del 6,7%», si legge. Su la cassa integrazione: +37% sul 2024.
Torna ad aumentare il credito al settore privato non finanziario. Sui redditi lordi delle famiglie, nei primi 6 mesi dell’anno Bankitalia calcola un +2,7% sul 2024, che scende a +0,7% a prezzi correnti. Risentendo di un’inflazione «in moderato aumento». I prezzi al consumo nei 12 mesi aumentano dell’1,6%, trainati da beni alimentari (3,5%) e servizi, «in particolare ricettivi e della ristorazione», calano – si legge – le voci legate a casa e utenze. I prezzi delle abitazioni salgono del 2,2%, circa la metà rispetto alla media italiana.







