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9 Settembre 2025
Il dilemma del “campo largo”: quando l’unità costa cara alla democrazia
9 Settembre 2025A metà settembre l’Europa orientale vivrà giorni delicati. Russia e Bielorussia hanno programmato grandi manovre militari, chiamate Zapad 2025, che si terranno in zone molto vicine ai confini di Polonia e Lituania. Nonostante vengano presentate come esercitazioni difensive, diversi Paesi occidentali le osservano con preoccupazione, ricordando come manovre simili in passato abbiano preceduto eventi ben più gravi.
Le attività interesseranno aree strategiche: la regione di Kaliningrad, i distretti militari di Mosca e Leningrado, le coste del Baltico e del Mare di Barents, oltre al territorio bielorusso. Alcune operazioni si svolgeranno a poche decine di chilometri dai confini NATO, inclusa la zona del corridoio di Suwałki, considerata uno dei punti più fragili per la difesa dell’Europa.
Le cifre diffuse ufficialmente parlano di circa tredicimila soldati coinvolti. In realtà, osservatori indipendenti ritengono che il numero potrebbe essere molto più alto, grazie anche ad altre esercitazioni parallele organizzate da Mosca con Paesi alleati. Oltre alle normali prove di manovra, verranno simulati scenari che includono sistemi missilistici con capacità nucleare, esercitazioni navali e test di comando congiunto.
Sul versante occidentale non si rimane a guardare. La Polonia ha avviato la sua più grande esercitazione degli ultimi anni, Iron Defender, con decine di migliaia di militari e centinaia di mezzi tra carri armati, artiglieria moderna e velivoli. La Lituania ha messo in campo un’esercitazione nazionale chiamata Thunder Strike, mentre dieci Paesi del Nord Europa partecipano all’operazione congiunta Tarassis. L’obiettivo comune è dimostrare che le forze alleate sono in grado di reagire insieme, su terra, mare, aria e anche nel cyberspazio.
Il rischio principale non è tanto un attacco diretto, quanto la possibilità che le esercitazioni diventino terreno di provocazioni: droni che violano lo spazio aereo, attacchi informatici o azioni di sabotaggio difficili da distinguere da episodi reali. In questi casi la reazione delle forze NATO sarà decisiva per evitare un’escalation.
Mentre la guerra in Ucraina continua a logorare risorse e uomini, queste giornate di settembre serviranno a misurare due cose: la reale capacità militare della Russia dopo anni di conflitto e la prontezza dell’Alleanza Atlantica nel rispondere a ogni possibile minaccia lungo il suo confine orientale.
Border Exercises: Rising Tensions Between Russia, Belarus, and NATO
In mid-September, Eastern Europe will face a tense few days. Russia and Belarus are preparing large-scale military drills, known as Zapad 2025, to be held close to the borders of Poland and Lithuania. Although officially described as defensive, many Western countries view them with concern, recalling how past maneuvers were followed by far more serious developments.
The exercises will stretch across strategic regions: Kaliningrad, the Moscow and Leningrad military districts, parts of the Baltic and Barents Seas, and Belarusian territory. Some operations will take place only a short distance from NATO’s borders, including the Suwałki Gap — a narrow land corridor widely regarded as one of Europe’s weakest defense points.
Official figures suggest around 13,000 troops will participate. However, independent observers believe the true number could be much higher, bolstered by parallel drills involving Russia’s allied states. Beyond standard maneuvers, scenarios include the use of missile systems with nuclear capacity, naval movements, and joint command simulations.
NATO members on the frontline are responding with their own shows of force. Poland has launched its largest drill in years, Iron Defender, involving tens of thousands of troops and hundreds of modern vehicles, tanks, artillery, and aircraft. Lithuania is staging a national exercise called Thunder Strike, while ten Northern European countries are taking part in a joint operation known as Tarassis. The shared goal is to prove that allied forces can act together effectively — on land, at sea, in the air, and in cyberspace.
The main danger is not necessarily a direct attack but the risk of provocations: drones entering NATO airspace, cyberattacks, or acts of sabotage that might be hard to distinguish from genuine aggression. In such cases, the speed and clarity of NATO’s response will be crucial to prevent escalation.
With the war in Ukraine still draining Russian resources, these September maneuvers will serve as a test on two fronts: Russia’s real military capacity after years of fighting, and NATO’s readiness to defend its eastern border against any possible threat.