Il colosso del fast food Usa aprirà al posto della Conad in via Alamanni La deroga è possibile perché si tratta di una struttura ferroviaria
diErnesto Ferrara
« Mai più fast food » , « basta mangificio in area Unesco». E via così, decine di annunci, regolamenti su regolamenti, delibere e direttive. Eppure nulla, il cibo in questa città ne sa sempre una più del diavolo, alla fine il modo lo trova sempre. Succede così che in via Alamanni, poco lontano dalle scalinate d’ingresso della stazione Santa Maria Novella, dove un tempo c’era una Conad, possa ora sbarcare “ Five Guys”, altro colosso del fast food, enorme catena di ristoranti statunitense che si focalizza su hamburger, hotdog, patatine fritte. Non cibo spazzatura, tiene a rimarcare la catena, che in Italia ha già aperto i battenti a Milano e Roma e da poco ha annunciato un punto vendita anche nel centro commerciale “ I Gigli”, a Campi Bisenzio: « A differenza della maggior parte dei nostri concorrenti noi siamo una catena di casual food, non un fast food: non usiamo hamburger congelati, e le nostre patatine fritte hanno un processo di cottura che le rende uniche. Prima di arrivare alla fase finale che le rende perfette per la somministrazione al pubblico, gli addetti Five Guys sottopongo le fries ad almeno 6 fasi prova-cottura» spiegavano i vertici italiani nei mesi scorsi. E in effetti anche i prezzi sono leggermente più alti dei concorrenti dell’hamburger. Eppure che il mangificio colpisca ancora, e ancora in area Unesco, è un fatto.
« Firenze are you ready? » , « Five Guys coming soon», siete pronti stiamo arrivando, si legge sui cartelli rossi affissi al locale di via Alamanni, visibili anche passando in tramvia. E pare che l’apertura sia fissata per la tarda primavera, in tempo per la stagione super turistica estiva. Com’è stato possibile bypassare le norme Unesco comunali che vietano fast food? In questo caso non si tratta nemmeno di un trasloco di una licenza esistente, che poi è il modo in cui anche in centro e nonostante i divieti stanno continuando ad aprire locali di food, visto che il trasferimento ( da area Unesco ad area Unesco) è consentito. Una “ falla” su cui Palazzo Vecchio ha già iniziato a dare un nuovo giro di vite, stabilendo che in alcune strade non sono ammissibili nemmeno traslochi. E la prossima sfida sarà ora allargare quell’elenco.
Nel caso di Five Guys si tratta però di una deroga diversa e specifica per le aree ferroviarie, spiegano dall’assessorato allo sviluppo economico di Palazzo Vecchio guidato da Giovanni Bettarini. I locali sono in via Alamanni, fuori dalla stazione Santa Maria Novella, eppure essendo il fondo di proprietà di Grandi Stazioni si tratta comunque di strutture ferroviarie, eccezione al regolamento Unesco secondo la ratio che nei luoghi di trasporto non si possono negare luoghi di ristoro. Poi va anche detto che in quei locali prima c’era un piccolo supermercato che faceva anche somministrazione. E dunque hamburger siano. E per Five Guys – nata nel 1986 nella contea di Arlington in Virginia, oggi oltre 2 mila punti vendita in tutto il mondo, dalla Gran Bretagna all’Australia agli Usa – sarà l’ottavo squillo in Italia: il settimo locale italiano della catena è in arrivo ai Gigli e si cerca già il personale, a Milano ci sono giàcinque punti vendita, a Roma con uno.
Per il centro storico sarà una goccia nel mare, del resto la super turistizzazione dell’area Unesco porta con sè da anni l’apertura di soli locali dove si mangia. Un locale nuovo a settimana negli ultimi 15 anni in centro. Quattro o cinque al mese. Bar, ristoranti, pizzerie al taglio, kebab, paninoteche, chi più ne ha più ne metta. Una galoppata inarrestabile dovuta alle liberalizzazioni Bersani contro cui il blocco delle licenze in centro varato da Palazzo Vecchio ( valido fino al 2026) è arrivato troppo tardi. Siamo arrivati ad avere, al 31 dicembre del 2020, 1.194 attività di somministrazione contro le 272 del 2005. Che significa che il food si è quadruplicato: 240 locali a chilometro quadrato in centro.