
Arriva il teleriscaldamento. Maxi cantiere nel centro, «Grande trasformazione»
6 Settembre 2025
Commento a Roberto Barzanti (Corriere Fiorentino, 6 settembre 2025)
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La cornice scelta da Giovanni Donzelli per lanciare la campagna elettorale di Fratelli d’Italia a Siena è quella dell’“underdog”, lo sfavorito che ribalta i pronostici. È la stessa immagine che ha accompagnato l’ascesa nazionale di Giorgia Meloni, e che per anni ha funzionato come narrazione identitaria di un partito in crescita. Ma oggi la realtà è diversa: FdI è la principale forza di governo del Paese, guida la Regione Lazio e la Lombardia insieme agli alleati, e ha conquistato il Comune di Siena. Continuare a presentarsi come outsider rischia di stonare: la retorica dell’underdog non convince più quando si è al vertice del potere.
Lo stesso vale per i richiami a Beko e Banca Mps. Sono stati temi cruciali della politica cittadina e simboli di battaglie vinte dal centrodestra, ma ripeterli oggi come se fossero ancora sfide aperte appare usurato. Funzionano per ribadire un’identità, meno per indicare prospettive. L’elettorato, soprattutto quello non già fidelizzato, potrebbe chiedere altro: nuove idee di sviluppo, una visione sulla Toscana e su Siena che vada oltre il richiamo a successi del passato.
Più interessante, ma anche più contraddittoria, è la posizione sulla Fondazione Mps. Francesco Michelotti rivendica la necessità di un “cambio di paradigma”, di maggiore attenzione nelle erogazioni e di un ricambio generazionale che lasci spazio a forze nuove. Ma insieme afferma il diritto del centrodestra a esercitare un potere di veto sulla governance futura. In questo cortocircuito si coglie l’essenza della sfida: il richiamo al rinnovamento convive con una pratica di potere che resta ancorata a logiche di controllo e spartizione. Innovazione nei toni, continuità nella sostanza.
Sul piano regionale, l’obiettivo dichiarato di “superare Giani” suona più come un grido di battaglia che come una reale prospettiva. Il vero traguardo, non nascosto ma neppure enfatizzato, è quello di eleggere per la prima volta un consigliere a Siena. Ed è su questo che si gioca la partita: meno la scalata simbolica al governo della Toscana, più l’inserimento stabile di FdI negli equilibri istituzionali della città e del territorio.
Il dato forse più significativo dell’iniziativa non sta però negli slogan, ma nella platea: accanto ai militanti di partito c’erano esponenti civici e figure provenienti da altre tradizioni politiche. Segnale che le dinamiche cittadine sono cambiate e che il centrodestra sta provando a occupare uno spazio più largo, capace di attrarre anche chi non si riconosce nell’identità originaria di FdI.
In sintesi: la campagna di Donzelli e Michelotti si muove su un doppio registro. Da un lato la riproposizione di una narrazione collaudata, fatta di battaglie vinte e di rivincite contro i pronostici; dall’altro l’apertura di un fronte di potere molto concreto, quello della Fondazione Mps, che rappresenta la vera posta in gioco per il futuro. È qui che si misurerà la capacità del centrodestra senese di trasformarsi da forza vincente in forza capace di governare con una visione nuova, e non solo con un diritto di veto.