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Un recente rapporto delle Nazioni Unite, basato sul sistema di monitoraggio UN 2720, fotografa con chiarezza la situazione degli aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza.
Secondo i dati raccolti tra il 19 maggio e il 2 agosto 2025, ai valichi della Striscia sono state scaricate circa 40.000 tonnellate di cibo, medicinali e beni di prima necessità. Tuttavia, solo una minima parte di questi aiuti è effettivamente giunta ai civili: poco più di 4.100 tonnellate, pari a circa il 10% del totale.
Il resto dei convogli è stato in larga parte saccheggiato o intercettato lungo i percorsi interni, prima di poter raggiungere i centri di distribuzione. L’ONU sottolinea che questo dato non indica in modo univoco i responsabili delle intercettazioni, ma conferma la gravità della crisi umanitaria: migliaia di tonnellate di beni non arrivano ai destinatari finali.
Il quadro complessivo, confermato anche dagli aggiornamenti periodici di OCHA (Ufficio ONU per gli Affari Umanitari), descrive una popolazione allo stremo, dove la carenza di cibo e medicinali si traduce in malnutrizione diffusa e condizioni sanitarie drammatiche.
Questi numeri, spesso ignorati nel dibattito internazionale, mostrano con evidenza come la tragedia di Gaza non dipenda solo dalla quantità di aiuti inviati, ma soprattutto dalla loro effettiva distribuzione alla popolazione civile.