HA FUNZIONATO TUTTO BENE. BENTORNATA A CASA CECILIA
9 Gennaio 2025“Il social X rispetti le regole Ue in gioco c’è la democrazia”
9 Gennaio 2025Giustizia Avanti con la separazione delle carriere: il partito azzurro schiva il voto sull’elezione dei membri laici del Csm ma resta in agguato
La giornata di ieri ha avuto una dimensione distopica per quel che riguarda la giustizia italiana. La realtà andava da una parte, la narrazione si muoveva in senso inverso.
Dai tribunali di tutte le città italiane, da Trento a Catanzaro, da Torino a Pescara, sono giunte notizie del blocco dei processi telematici fino al 31 marzo; il motivo, il black out della App che il ministero ha lanciato ad inizio anno. Alle 15 il ministro Carlo Nordio ha risposto durante il question time ad una interrogazione in merito, ma lasciando tutti a bocca aperta ha affermato: «In questo momento la mia mente è tutta presa dal fatto che la riforma costituzionale vada avanti». La domanda posta dai cronisti riguardava la vicenda dell’eventuale rilascio dell’iraniano Abedini, ma l’irreale risposta di Nordio ha fatto infuriare l’Anm che ha espresso le proprie critiche.
VENIAMO DUNQUE alla riforma con la separazione delle carriere dei magistrati, sulla quale l’altro ieri Forza Italia aveva presentato un emendamento non concordato con gli alleati e non condiviso da Fdi. Come questo giornale ha riferito, l’emendamento eliminava dal testo Nordio il sorteggio per i membri laici dei due Csm, mantenendolo solo per i componenti togati. Ebbene dopo un mini-vertici a Palazzo Chigi, con la partecipazione del sottosegretario Mantovano, e dello stesso Guardasigilli (che ha affermato di non esservi recato per la vicenda di Abedini), è emerso che la riforma «è blindata».
La redazione consiglia:
Su di essa, ha detto ai cronisti Nordio, «si deve procedere in assoluta armonia». «Eventuali correzioni – ha aggiunto il ministro della giustizia – porterebbero a uno slittamento di quella che per noi è la madre di tutte le riforme e quindi abbiamo raggiunto un accordo e questi emendamenti saranno gestiti in un altro modo».
INSOMMA UN DIETROFRONT di Forza Italia. Almeno apparente. Tuttavia nel pomeriggio il gruppo di Fi, ha diffuso un comunicato a dir poco oscuro. «Forza Italia, con i suoi emendamenti – si leggeva nella nota – ha inteso sottolineare la funzione centrale del Parlamento nella individuazione dei membri laici del Csm. Ciò nonostante, d’accordo con il ministro Nordio, si è deciso di ribadire tali principi nella successiva, necessaria legge ordinaria». Come potrà avvenire che la legge ordinaria di attuazione della futura nuova Costituzione possa contraddirla, prevedendo l’elezione dei membri laici mentre nella Carta si parlerà di sorteggio, è oscuro. O distopico. Il comunicato dei forzisti spiegava comunque che «pur di evitare il rischio di qualsiasi rallentamento nella definizione dell’iter della riforma costituzionale, riguardante la giustizia, Dna del partito, Fi non sottoporrà al voto gli emendamenti in questione».
Il partito di Tajani, quindi, evita di usare il termine «ritiro degli emendamenti», per chiarire che non si ritira in buon ordine. Questo sul piano semantico. Sul piano politico, evitare il voto e la bocciatura significa che la proposta rimane sul tavolo della coalizione.
IERI L’AULA DELLA CAMERA ha votato la pregiudiziale, respinta dal centrodestra, che ha invece aperto il capitolo riguardante le opposizioni, presentatesi in ordine sparso. Innanzi tutto il documento è stato presentato dal solo M5S, benché Pd e Avs lo abbiano votato. Italia Viva e Azione si sono invece espressi contro la pregiudiziale che chiedeva il non passaggio all’esame del provvedimento. Tuttavia sia il renziano Roberto Giachetti che il calendiano Antonio D’Alessio hanno lamentato la chiusura della maggioranza in Commissione.
Il voto di questi due partiti consentirebbe alla maggioranza di affermare che la riforma ha un consenso che va oltre i propri confini. Ma è da vedere se le destre saranno in grado di portare a casa tali voti, che cominceranno stamani alle 9,30. Non a caso Enrico Borghi, di Iv, ha detto che la separazione delle carriere si avvia sullo stesso binario del premierato.