Il Punto 15/07/2022
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16 Luglio 2022Prendere un aereo sta diventando un terno al lotto. Per risolvere questa crisi ed evitare problemi futuri, compagnie aeree e governi dovrebbero garantire condizioni salariali e di lavoro migliori
Il caos che affligge i viaggi aerei in Canada e in tutto il mondo era del tutto prevedibile. Ritardi, voli cancellati, rotte ridotte, bagagli smarriti e scarse comunicazioni vanificano la già difficile impresa di volare e i passeggeri frustrati si scagliano contro lavoratori, compagnie aeree e governi. Due di questi tre meritano gli improperi (suggerimento: non sono i lavoratori).
I servizi scadenti delle compagnie aeree del Canada non sono un caso unico, ma in questo caso siamo di fronte a vette a livello mondiale. Nella primavera del 2020, Air Canada ha licenziato 16.500 dipendenti nel tentativo di risparmiare centinaia di milioni di dollari. Quindi l’azienda ha preso un sacco di soldi di sostegno federale – oltre 500 milioni di dollari solo di sussidio salariale federale – e nel gennaio del 2021 ha licenziato altri 1.400 lavoratori. I licenziamenti sono stati devastanti per lavoratori e lavoratrici che, costretti all’assicurazione sul lavoro, hanno affrontato gravi difficoltà durante il pandemia. Come ha affermato la Canadian Union of Public Employees, «Consentire ai lavoratori di mantenere il loro lavoro su Cews [il programma federale di sussidi salariali] consente loro di mantenere importanti benefici durante la pandemia e di continuare a lavorare periodicamente senza penalità, cose che non sono possibili quando vengono licenziati e costretti all’assicurazione sul lavoro».
Quando i viaggiatori sono tornati ai mezzi di trasporto pre-pandemia, nonostante i persistenti casi di Coronavirus, sono aumentate le frustrazioni per le misure di screening. Tali misure hanno causato problemi ai viaggi. Il governo ne ha sospeso alcune. Le cose non sono migliorate.
Sul Globe and Mail il professore di economia Ambarish Chandra e l’ex direttore operativo di Air Canada Duncan Dee hanno osservato: «È evidente che sia le compagnie aeree che i governi hanno sottovalutato il desiderio dei viaggiatori di riprendere i normali spostamenti, e non sono stati abbastanza preveggenti da assumerne altri». I due imputano il problema «agli enormi ritardi causati dalle carenze dei servizi governativi». Dee afferma che i ritardi di viaggio potrebbero durare fino all’autunno, finché l’Autorità canadese per la sicurezza del trasporto aereo non si affrettano ad assumere e schierare più agenti di controllo e aeroporti e compagnie aeree reclutano e addestrano nuovo personale. Rosa Saba del Toronto Star osserva che i sindacati sono comunque allarmati e afferma che i ritardi futuri saranno il risultato di azioni di lavoro causate da retribuzioni basse e carenza di manodopera.
In Europa, i lavoratori aeroportuali sono stufi. A Parigi, i dipendenti hanno recentemente scioperato per protestare contro salari e condizioni di lavoro. I lavoratori in Germania e nel Regno Unito hanno fatto lo stesso. A Vancouver, un’ex agente addetto allo screening dell’aeroporto ha parlato degli stessi problemi, notando che non sono i soli ad aver motivi di frustrazione. «Pensaci – ha detto al giornalista di Ctv News Ben Miljure – Siamo esausti. Lavoriamo duramente. Non riceviamo abbastanza supporto dalla nostra direzione. Non abbiamo stipendi sufficienti. Gli agenti di screening sono stanchi». I lavoratori in prima linea degli aeroporti e delle compagnie aeree sono tra coloro il cui impiego delicato è continuato durante la pandemia, molti hanno dovuto lavorare in stretta vicinanza ai colleghi e al pubblico per tutto il tempo. Queste storie sono comuni. Non c’è da meravigliarsi se le persone stanno abbandonando il settore. Hanno dovuto affrontare una situazione difficile, ora chiedono di meglio altrimenti se ne vanno.
Il governo del Canada dice di voler affrontare la questione, tramite assunzioni e tentando di migliorare i processi negli aeroporti. Finora, queste azioni sono state troppo poche e troppo tardive. Anche se queste strategie funzioneranno – e non c’è alcuna garanzia che funzionino – rimane un problema a lungo termine: i lavoratori invecchiano, vengono pagati male, sono sovraccarichi di lavoro e sono trattati male.
La pandemia non ha creato il fenomeno delle Grandi Dimissioni, ma gli ha messo il turbo. I professori Joseph Fuller e William Kerr sostengono che le dimissioni di massa fanno parte di una tendenza iniziata prima dell’arrivo del Covid-19. Pensionamenti, trasferimenti, ripensamenti, rimpasti e riluttanza stanno guidando la tendenza, sostengono Fuller e Kerr. Le aziende – e, in realtà, intere industrie – che non riescono a riconoscere i bisogni mutevoli (o anche di base) dei lavoratori e delle lavoratrici hanno difficoltà a reclutare e trattenere il personale. Questo è certo. Pew Research ha rilevato che la maggior parte di chi ha lasciato il lavoro nel 2021 ha citato tre ragioni come cause principali della sua scelta: retribuzione bassa, nessuna opportunità di avanzamento e mancanza di rispetto sul posto di lavoro. Un numero significativo ha citato anche l’assistenza all’infanzia, la flessibilità e gli scarsi benefit.
La crisi del trasporto aereo era prevedibile ed evitabile, anche se solo se si presume che le aziende e i governi siano disposti a prendersi cura dei lavoratori e soddisfare le loro esigenze. Finora, le prove suggeriscono che non lo sono. I lavoratori e le lavoratrici dovrebbero sfruttare questo momento per mettere in ginocchio entrambi e chiedere una migliore retribuzione, condizioni di lavoro e tutto ciò che serve per rendere il loro lavoro il più sicuro, ben retribuito e il più gratificante possibile. Noi dovremmo sostenerli.
Le compagnie aeree e i governi, da parte loro, hanno l’opportunità di garantire una fase di viaggi aerei sicuri soddisfacendo le esigenze dei lavoratori. I governi hanno una responsabilità particolare: regolano i viaggi aerei e salvano le compagnie aeree. Sono responsabili anche nei nostri confronti. Dovrebbero garantire che aeroporti e compagnie aeree, elementi critici delle nostre infrastrutture nazionali, rispettino coloro che li utilizzano. Se non lo fanno, dimostrano di meritare la rabbia, il risentimento e la reazione dei viaggiatori che vivono l’inferno mentre cercano di spostarsi e vivere le loro vite.
*David Moscrop è un autore e commentatore politico. Conduce il podcast Open to Debate ed è l’autore di Too Dumb For Democracy? Why We Make Bad Political Decisions and How We Can Make Better Ones. Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura della redazione.