Un Consiglio di guerra in cui si è sottolineata la necessità di ampliare la produzione militare comune, anche ricorrendo agli Eurobond, proposta di Emmanuel Macron e, secondo indiscrezioni, sostenuta da Estonia, Grecia, Cipro, Polonia, Belgio e anche dall’Italia con la contrarietà dei “frugali”, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Finlandia, Austria e Germania.
Sul tavolo anche, come rivelato dal Financial Times, l’ipotesi di istituire una “task force legale” che riveda la norma dei Trattati che impedisce al bilancio comune di finanziare “operazioni che hanno implicazioni militari o di difesa”. Unica voce dissonante, a quanto si apprende nel momento in cui scriviamo in assenza di una dichiarazione ufficiale, il solito Viktor Orbán che avrebbe bloccato la tranche di 500 milioni di euro all’Ucraina. La bozza del testo conclusivo, del resto, propone alla Commissione “azioni per rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi a livello dell’Ue in un approccio che tenga conto di tutti i rischi e di tutta la società, in vista di una futura strategia di prontezza”. Pronti alla guerra, dunque, nonostante alcuni distinguo come quello di Borrell: “Non bisogna impaurire la gente inutilmente, la guerra non è imminente in Europa”.
Ma Zelensky nel suo intervento è andato in tutt’altra direzione con cinque punti chiave: difesa aerea, munizioni di artiglieria, autosufficienza della difesa dell’Europa, unità politica dell’Europa, beni russi congelati. Il presidente ucraino ha ricordato alla Ue che la guerra ce l’ha in casa perché questa “non è solo una guerra contro l’Ucraina, ma contro tutti noi, anche contro i vostri Paesi, contro tutta la nostra Europa”. “Putin deve perdere e quindi occorrono nuovi sistemi di difesa aerea, visto che quelli attuali “non sono sufficienti a proteggere l’intero nostro territorio: sapete tutti quali sono i passi da compiere”. Se Putin perderà la battaglia dei cieli “perderà anche quella di terra”.
Poi si è soffermato sulle munizioni su cui “l’Europa può dare di più nei termini di “una reale autosufficienza come difesa” e con l’aumento delle produzioni di armi. Zelensky aggiunge che occorre “non perdere il tempo necessario per attivare la produzione della difesa”. Poi ha lamentato, sul fronte agricolo, che “l’accesso della Russia al mercato agricolo europeo rimane illimitato” e questo “non è giusto” e infine ha chiesto progressi “sul corretto utilizzo dei beni congelati della Russia. Prima della cena il Consiglio ha deciso di aprire i negoziati per l’adesione della Bosnia Erzegovina e poi ha adottato una risoluzione – “forte e unitaria” ha twittato il presidente del Consiglio Charles Michel – sul Medioriente. Oltre a chiedere “una pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile” e “l’accesso umanitario completo e sicuro a Gaza” si dice a Israele di non assaltare Rafah e di rispettare la sentenza della Corte di giustizia internazionale. E si chiede anche di sostenere l’Unrwa.
Finale di serata a base di carciofi arrostiti con crema di pistacchio, parmentier d’anatra e mix di frutta. La guerra mette fame.